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Bottoms | Emma Seligman, Rachel Sennott e un teen movie memorabile

Ayo Edebiri, sangue, citazionismo e un marcato taglio sociale. Dove? Su Prime Video

Ayo Edebiri e Rachel Sennott al centro della scena di Bottoms di Emma Seligman. Disponibile su Prime Video
Ayo Edebiri e Rachel Sennott al centro della scena di Bottoms di Emma Seligman. Disponibile su Prime Video

MILANO – A tre anni di distanza dal convincente esordio registico, Shiva Baby (disponibile su MUBI), presentato in anteprima mondiale al South by Southwest, la regista canadese Emma Seligman firma la sua seconda regia con Bottoms, allontanandosi dal circuito indipendente per raggiungere Hollywood pur mantenendo salda e ben riconoscibile la propria identità stilistica e autoriale. Al centro della scena c’è sempre lei, Rachel Sennott, interprete feticcio, oltrechè evidentissima alter ego, spingendosi più in là, dando vita ad un inaspettato, e gustosissimo divertissement dove il sangue scorre a fiumi e l’umorismo nero tocca tutto e tutti, senza escludere alcunché.

Ayo Edebiri e Rachel Sennott in una scena del film
Ayo Edebiri e Rachel Sennott in una scena del film

Alla Rockbridge Falls High School di Bottoms non conta chi sei, né tantomeno quello che fai, poiché mai e poi mai, sarai più importante di Jeff (Nicholas Galitzine), il popolare quarterback della squadra di football della scuola, figura attorno alla quale, tutto ruota e accade. Eppure, gli equilibri sono destinati a mutare nel corso di una serata come moltissime altre, durante la quale PJ (Rachel Sennott) e Josie (Ayo Edebiri), due migliori amiche dichiaratamente omosessuali, decidono di investirlo con la loro auto, nel tentativo di salvare Isabel (Havana Rose Liu), fidanzata di Jeff, da una crisi di gelosia dello stesso. Dapprima invisibili, PJ e Josie, divengono sempre più le paladine della scuola.

Bottoms, opera seconda di Emma Seligman, disponibile su Prime Video
Bottoms, opera seconda di Emma Seligman, disponibile su Prime Video

Merito anche di un passato fittizio che le vorrebbe ex-detenute di un riformatorio locale, perciò capaci di saper difendere – e difendersi – da qualsiasi forma di aggressione e violenza. Le due decidono così di creare un vero e proprio fight club, frequentato esclusivamente da ragazze, non tanto per buona volontà, piuttosto per conoscere nuove ragazze con l’obiettivo finale della prima esperienza sessuale minata però da due eventi sempre più minacciosi. Il primo è l’incontro di football tra i campioni della Rockbridge Falls High School e quelli della Huntington High School, mentre il secondo, la fine del liceo. Sia in un caso, che nell’altro, il sangue è desinato a scorrere.

La gang di Bottoms
La gang di Bottoms

Figlio di un cinema fatto di suggestioni tarantiniane, ma ancora ingenuo, quello di Emma Seligman non può far a meno di ragionare sulla costruzione di un impianto narrativo, poggiato quasi esclusivamente sul principio di evasione, a scapito della riflessione. Il maggior divertimento e piacere di visione, consiste infatti nel rintracciare le moltissime allusioni ai riferimenti cinematografici del quale Bottoms si fa beffe, riletti dalla Seligman con sguardo feroce dalla prima all’ultima inquadratura, seppur non rimodellati, come invece si sarebbe potuti – e forse, dovuti – attendere, ma anche questo, non per forza, è un male, anzi.

Una scena del film
Una scena del film

Da Animal House a The Breakfast Club passando per Scheggie di follia, Cry Baby e ancora Giovani, pazzi e svitati, 10 cose che odio di te, Suxbad e tanto altro ancora, la Seligman, con Bottoms, ha il grande merito di saper guardare alla tradizione del cinema teen con l’intento di svecchiarlo, mantenendone abilmente, seppur filtrati da un umorismo nerissimo e una volta per tutte liberatorio, cliché ed elementi ricorrenti pur frammentandoli ed intervenendo su di essi in merito a questioni piuttosto attuali tra cui disturbi psicologici, omosessualità, disfunzionalità familiare, abusi sessuali, traumi irrisolti e così via.

Il quarterback
Il quarterback

Ecco perché quasi immediatamente il non luogo di Bottoms, Rockbridge Falls High School, diviene specchio della società che noi tutti viviamo oggigiorno, mostrando il maligno e il derisorio della componente sessuale, violenta e menzognera di ciò che è esterno ad essa e che la Seligman sceglie opportunamente di escludere dal film, mantenendoci prigionieri delle sue logiche surreali, crudeli e per questo realistiche, in compagnia delle due conflittuali e amabili PJ e Josie, al tempo stesso vittime e carnefici.

L'incidente
L’incidente

Curiosamente, moltissime dinamiche di Bottoms, dall’esaltazione estremizzata – perciò ridicolizzata – di un femminismo radicale, via via più violento, sadico e di fatto, totalmente disinteressato all’importanza politica della faccenda, fino alla distruzione spietata di un machismo giullaresco e gigioneggiante, ai limiti del cartoonesco e del registro comico/demenziale, sembrano tornare a ciò che il sempre più discusso, Barbie di Greta Gerwig avrebbe voluto affrontare, pur senza riuscirci del tutto.

Ayo Edebiri e Rachel Sennott in una scena di Bottoms
Ayo Edebiri e Rachel Sennott in una scena di Bottoms

Basti pensare alla riflessione sulla violenza, dapprima appartenente ad un discorso di genere e solo secondariamente destrutturata e inserita all’interno di un dibattito più ampio, circa il contesto sociale e non solo, cui un individuo prende parte, rispondendo a stimoli ed esigenze dalla risposta varia e al tempo stesso individuale. Ancora, inevitabile non guardare al Jeff di Bottoms, senza ripensare al Ken di Barbie, rappresentazione sciocca e derisoria di un modello di perfezione machista assolutamente imperfetta, perciò patetica e incapace di intaccare o incrinare regole ed equilibri di quella società (Rockbridge come Barbieland).

Dopo The Bear continua l'ascesa di Ayo Edebiri
Dopo The Bear continua l’ascesa di Ayo Edebiri

Non fatevi però ingannare. Il gusto autoriale di Emma Seligman, seppur raramente patinato e volutamente kitsch, è decisamente più feroce ed estremo rispetto a quello edulcorato ed elegante della Gerwig. Ecco perché Bottoms non può far altro che tornare al sangue, al nero e al divertimento scorretto per riuscire appieno nei suoi intenti.

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