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Anna | Marco Amenta, la consacrazione di Rose Aste e una grande storia di coraggio

La Sardegna, la tradizione, l’ambiente e un’incredibile storia vera. Dal 13 maggio al cinema

Rose Aste al centro della scena di Anna, un film di Marco Amenta, al cinema dal 13 giugno con Fandango
Rose Aste al centro della scena di Anna, un film di Marco Amenta, al cinema dal 13 giugno con Fandango

ROMA – Bella, selvaggia e magnetica come la natura incontaminata della sua Sardegna, Anna vive al ritmo del respiro della terra, una terra che cura le sue ferite e nutre la sua anima. Le esperienze difficili che ha attraversato l’hanno segnata, ma non piegata e oggi Anna è una donna libera che non vuole più avere paura. Nell’angolo remoto dell’isola dove gestisce la piccola fattoria che era del padre, il tempo sembra essersi fermato e la presenza di Anna con la sua energia erotica e il suo coraggioso rifiuto delle convenzioni, ha la potenza di una mina pronta a esplodere. Quella terra aspra la protegge, fino al giorno in cui sarà lei a doverla proteggere dai mostri meccanici che vogliono violentarla.

Rose Aste in una scena del film
Rose Aste in una scena del film

Salvare la bellezza e preservare la sua libertà si fondono nella battaglia di Anna, imponendole scelte difficili e rinunce dolorose. Perché niente può comprare il rispetto di sé stessi e delle proprie convinzioni. Parte da qui Anna, il nuovo film di Marco Amenta con protagonisti Rose Aste, Marco Zucca e Daniele Monachella, al cinema con Fandango a partire dal 13 giugno. Su ammissione dello stesso Amenta, un’opera ispirata a fatti realmente accaduti: «Anna è una storia di resistenza contro il potere ispirata a una storia vera accaduta in Sardegna qualche anno fa. Il potere spregiudicato di un capitalismo cieco pronto a distruggere tutto si rispecchia nel potere di una società maschilista e prevaricatrice, combattendo l’una la protagonista combatte anche l’altra».

Anna, un film di Marco Amenta, al cinema dal 13 giugno con Fandango
Anna, un film di Marco Amenta, al cinema dal 13 giugno con Fandango

Una narrazione forte, su prevaricazione e potere, capace di unire capitalismo e maschilismo, che come la storia – e la vita nel suo piccolo ci insegnano – tendono spesso a coincidere. Da qui la forza di Anna e di una reazione che diventa battaglia per il proprio destino e la salvezza della propria anima: «La lotta per la sua salvezza personale diventa malgrado lei, e senza alcuna ideologia, una battaglia per la difesa dell’ambiente e una feroce resistenza alla violenza e al maschilismo. Anna è una donna che non vuole abbassare la testa, non vuole essere una vittima ma non è nemmeno un’eroina, per me era importante tratteggiare il ritratto di una donna reale, piena di difetti e fragilità, senza stereotipi».

Una scena del film
Una scena del film

È reale Anna. Amenta ne dipinge i contorni caratteriali mostrandocela come una donna dal passato difficile, vittima di un dolore praticamente impossibile da elaborare e di cui porta le cicatrici addosso. Ciò che è rimasto, ad Anna, sono la terra, le sue capre, l’attività di prodotti caseari e un equilibrio vitale precario fatto di scelte – alcune anche difficili e sconvenienti agli occhi altrui – che la rendono autentica, ma soprattutto libera come pochi altri personaggi del cinema italiano contemporaneo. A portarla in scena è una Rose Aste in odore di consacrazione, intensa – tanto fragile quanto combattiva – che nei panni martoriati della protagonista diventa carne e sostanza di un Anna canto indomito di speranza e forza contro i soprusi del mondo.

Un momento del film
Un momento del film

Perché in quella presa di posizione, resa da Amenta nella forme di una battaglia postmoderna degna dei biblici Davide e Golia, intrisa di poesia e dolore nelle sue immagini ruvide, senza filtri, stringenti e camera a mano, non c’è solo il controllo della terra, la dicotomia tradizione-innovazione e la modernità che avanza contro il tempo che si ferma, c’è il difendere i propri ideali, il lottare per ciò per cui si crede al prezzo (caro) di sangue, sudore e urla, lo spingersi fino al limite ultimo umano e possibile e il non lasciare che in nessun modo alcuno, la propria anima possa essere sporcata – corrotta – dall’agire cieco e vile.

È nata una stella: Rose Aste
È nata una stella: Rose Aste

Ma soprattutto c’è la storia e con essa il rispetto di vincoli figli di un altro tempo storico, fatti solo di onore, fotografie e strette di mano. Un’opera, Anna, che come solo il grande cinema sa fare, trasla il particolare della propria, piccola, narrazione, all’universalità della vita e del mondo, scaldando il cuore degli spettatori. Una lezione di vita, un monito per tempi altri: un’esperienza cinematografica da non perdere!

  • DOCCORN | Nessun posto al mondo, la recensione
  • VIDEO | Qui per il trailer del film: 

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