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Albert Uderzo, Asterix e la storia di un’amicizia che ha rivoluzionato il fumetto

Il disegnatore si spegne a 92 anni. E noi lo celebreiamo raccontando la sua leggenda

Albert Uderzo
Albert Uderzo

ROMA – Oggi vi raccontiamo una storia d’amicizia. Per cominciare, facciamo un passo indietro: siamo a cavallo tra il 1941 e il 1943, l’Europa è sotto il fuco della Guerra e un ragazzo, Alberto Aleandro Uderzo, italiano ma naturalizzato francese, per evitare il servizio militare, si trasferisce in Bretagna, con suo fratello. Tolta la O dal nome – Albert -, mentre fischiavano le bombe del Secondo Conflitto, nascosto a Parigi fino alla liberazione del 25 agosto 1944, divorava fumetti di ogni genere. Aspirando anch’esso a diventare uno di quegli autori che, in qualche modo, gli tenevano compagnia. Parallelamente, iniziò a disegnare, nonostante il suo daltonismo.

Uderzo e i suoi Galli
Uderzo e i suoi Galli

Autodidatta e geniale, Uderzo, alla fine della Guerra, pubblicò il suo primo fumetto, Flamberge Gentihlhomme Gascon. Un buon successo, tanto che sempre nel 1945 comparve anche Clopinard, pubblicato su Edition du Chêne, con protagonista un vecchio soldato da una gamba sola. Sono anni strani, di rinascita eppure di paure: un nuovo mondo è dietro l’angolo, spinto da quegli Alleati che avrebbero globalizzato il mondo moderno. Così, una certezza: pure amando i cartoni della Walt Disney, Uderzo non era fatto per l’industria di massa. Era un artigiano, non un operaio. Iniziò a collaborare per diverse riviste, creò personaggi incredibili e si avvicinò, piano piano, all’idea che, qualche anno dopo, lo rese immortale.

Una prima bozza di Asterix
Una prima bozza di Asterix

Una storia d’amicizia, dicevamo. Come quella che spinse Yvan Chéron e Georges Troisfontaines, a fondare la International Press e la World Press, agenzie divise ma con gli stessi autori. Tra loro, Uderzo, appena tornato dal servizio di leva in Austria. E alla World Press di Parigi, conobbe un giovanotto francese appena tornato dagli Stati Uniti – e quindi colmo dell’ispirazione arrivatagli dall’Età dell’Oro dei comics –, chiamato René Goscinny. Tra i due nacque qualcosa: intuizioni, istinto, aspirazioni. La sensazioni che insieme avrebbero fatto grandi cose. Infatti, nel 1952, la World Press aveva intenzione di sfondare in USA, riponendo in loro una nuova serie che avrebbe dovuto fare successo oltre l’Atlantico. Purtroppo, l’indiano Oumpah-Pah non ricevette il consenso sperato.

Uderzo e Goscinny
Uderzo e Goscinny

I due, ci riproveranno qualche anno dopo, quando si metteranno in proprio, tra giornali, agenzie di stampa e pubblicità. Alcuni personaggi funzionano, altri meno. Bisognava provarci e riprovarci, intanto quella vecchia idea di un personaggio dal naso grande e dall’elmetto alato era lì a stuzzicare l’immaginazione di Uderzo, che ormai poteva contare su un collega e su un amico formidabile. La svolta, arriva nel 1959: Radio Luxembourg affida a loro la creatività di un giornale per i giovani, con la pubblicità radiofonica a fare da supporto. E qui su Pilote (che sarà pubblicato fino al 1989), fa il suo debutto una serie che mischia irriverenza, umorismo, folklore, resistenza e resilienza. Ma, soprattutto amicizia. Proprio come quella tra Uderzo e Goscinny. Proprio come quella tra Asterix e Obelix.

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