SALERNO – «Oggi l’Amazzonia è in grave pericolo. L’estrazione mineraria e il disboscamento hanno fatto sparire gran parte della foresta». Non serviva certo questa dichiarazione del regista Jose Zelada, la minaccia all’esistenza della foresta amazzonica è un problema che conosciamo tristemente a fondo. Fa sempre però bene ricordarlo, soprattutto se serve a introdurre il nuovo film d’animazione di produzione sudamericana – e distribuito in Italia dal 18 novembre al cinema –, Ainbo – Spirito dell’Amazzonia. Abbiamo visto in anteprima il film al Giffoni Film Festival, e non potevamo non parlarne nella nostra rubrica dedicata all’ecologia. Cos’è Ainbo? Un lungometraggio d’animazione estremamente efficace per spiegare ai più piccoli (ma anche agli adulti!), i pericoli che incorre una delle più grandi foreste al mondo.

È un viaggio alla ricerca di sé stessi e della salvezza quello che intraprende la piccola Ainbo per salvare il suo villaggio, Candàmo, da una maledizione che ha colpito tanti dei suoi abitanti. La profonda giungla dove abita è un vero e proprio paradiso terrestre, dove tutti vivono in simbiosi con la natura e non hanno contatti con gli uomini dell’”evoluta” civiltà occidentale. Non sanno nemmeno che esistono. «Una tartaruga gigante che porta l’Amazzonia sulla schiena, animali parlanti che insegnano i segreti della foresta pluviale, spiriti vegetali e alberi madri, maledizioni e demoni… Queste sono le storie che nostra madre ci raccontava da bambini e che hanno alimentato la mia immaginazione», così Jose Zelada ha parlato dell’idea dietro al film. Folklore e mitologia che si intersecano e si scontrano con la modernità per farci riscoprire una dimensione che abbiamo ormai perduta.

Forse non per sempre, almeno è quello che speriamo. Certo è che la minaccia alla foresta amazzonica si estende a tutti noi e al nostro pianeta. E se è necessario far coincidere l’avido imprenditore che scava la terra e prende senza ritegno con un demone del male, così sia. Non è poi così lontano dalla realtà, dopotutto. E non perché si tratta di un cartone animato, il suo messaggio è meno potente. Si possono leggere tante cose, in Ainbo – Spirito dell’Amazzonia, tanti sottotesti e metafore che veicolano una verità molto semplice: abbiamo perso il contatto con la natura. Anche qui, niente di nuovo sul fronte occidentale. La semplicità e la piacevolezza di un film d’animazione pensato per i ragazzi, però, funziona ancora più di una storia apocalittica sulla fine del mondo.

Perché mostrandoci un mondo idilliaco che, con un po’ di sforzo, potrebbe esistere ancora, il peso di quello che stiamo facendo alla Terra si fa sentire più pressante che mai. Così Ainbo e la sua avventura nell’Amazzonia diventano la lotta che dovremmo tutti combattere, e in fretta. Non servono per forza grandi atti di coraggio, bastano anche quei piccoli gesti che però, se combinati insieme, possono fare tanto. È il lavoro di squadra che vince, alla fine. Guardare Ainbo – Spirito dell’Amazzonia fa riflettere, ma poi arriva il momento di agire. Come la piccola guerriera lotta a tutti i costi per salvare la sua casa incontaminata, allo stesso modo dovremmo farlo noi per la nostra.
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