ROMA – Charles Nieuwendyk è un professore di ingegneria in pensione e crede che la vita non abbia più niente da offrirgli. A un anno dalla morte della moglie si sente intrappolato dalla routine e sempre più distante dalla figlia Emily. Ma un annuncio pubblicato dall’investigatrice privata Julie lo ispira a tentare la sorte con una nuova avventura. La missione di Charles: andare sotto copertura all’interno della casa di riposo Pacific View a San Francisco per risolvere il mistero del furto di un gioiello di famiglia. Con protagonisti Ted Danson, Mary Elizabeth Ellis, Lilah Richcreek Estrada e Stephanie Beatriz, la serie A Man on the Inside è disponibile su Netflix.

Intanto una curiosità, non è un soggetto originale quello di A Man on the Inside. Si tratta, infatti, dell’adattamento seriale degli eventi del documentario cileno El Agente Topo/The Mole Agent di Maite Alberdi su di un investigatore privato, Rómulo Aitken, che ingaggia il signor Sergio Chamy per andare sotto copertura in una casa di riposo della città di El Monte. La missione? Scoprire di eventuali maltrattamenti compiuti sulla madre di un cliente, Sonia Pérez, da parte del personale sanitario della struttura. Il documentario di Alberdi è perfino arrivato agli Oscar 2021 nella categoria di riferimento, ma è di fatti verosimili e opportunamente costruiti che stiamo parlando. Un ibrido, insomma, un mockumentary girato come fosse reale.

In ogni caso, un’opportunità narrativa eccezionale per il suo ideatore, Michael Schur. Uno che di comedy se ne intende avendo messo la firma su capolavori come Parks and Recreation, Brooklyn Nine-Nine, Rutherford Falls – oltre che scritto alcuni episodi di The Office dove ha anche vestito i panni di Mose Schrute – ma soprattutto The Good Place dove Danson aveva partecipato nei panni del celestiale Michael e che di A Man on the Inside condivide i toni e i sapori narrativi. Non è una comedy pura e cruda quella disegnata da Schur, più una dramedy su base irriverente di spy-movie condita di sprazzi comici esilaranti e di riflessioni commuoventi sulla vita e i suoi misteri.

D’altronde non sarebbe possibilmente parlarne altrimenti per una serie che esordisce con The Wind di Cat Stevens per poi proseguire lungo il suo sviluppo episodico tra For a Dancer di Jackson Browne, Some Enchanted Evening di Perry Como, e infine chiudere il racconto sulle note di Two of Us nella dolce cover di Aimee Mann & Michael Penn. È una serie sulla solitudine, A Man on the Inside, sul fare i conti con l’assenza quando vedi andar via l’amore della tua vita per un male indicibile. Quindi le gabbie che ci creiamo, il combattere la morte circondandosi di sempre più vita intorno e su come ogni momento difficile si possa affrontare seguendo quella linea retta che dal problema ci porta alla soluzione.

Per certi versi potremmo parlare di A Man on the Inside come l’erede spirituale de Il Metodo Kominsky e Grace & Frankie – guarda caso firmate, rispettivamente, da due maestri della comedy americana come Chuck Lorre (Due uomini e mezzo, Will & Grace) e Marta Kauffman (Friends, Dream On) – ma con in più quel tipico tono Schur capace di unire momenti brillanti ad altri malinconici, speranzosi e crepuscolari con una facilità di scrittura disarmante. Una serie piccola, semplice e dallo sviluppo lineare e fluido, che ci ricorda l’importanza di non arrendersi mai e di come a volte, nella vita, anche dal tramonto più buio si può sempre veder nascere una nuova alba.
Lascia un Commento