ROMA – Napoli raccontata, attraverso i secoli, in un’antologia: Dadapolis di Ramondino e Muller. Una città sempre piena di fermento, cultura ma anche contraddizioni. La città di oggi è raccontata, invece, in un film di Carlo Luglio e Fabio Gargano, attraverso gli occhi di circa sessanta artisti che vivono e lavorano tra Napoli e l’estero. Una storia caleidoscopica che mostra le trasformazioni di una città, che mai come ora risulta così attuale. Napoli è raccontata esclusivamente dalla costa, tra una bellezza abbagliante e un assurdo abbandono; una testimonianza che, a partire da Napoli, ne supera gli orizzonti per guardare al mondo con – tra gli altri – Peppe Lanzetta, Enzo Moscato, Cristina Donadio, Roberto Colella, Lino Musella, James Senese, Dario Sansone e Nello Daniele.

Ecco quindi Dadapolis: Caleidoscopio Napoletano, un documentario di Carlo Luglio e Fabio Gargano presentato in anteprima nazionale nella sezione Confronti alle Giornate degli Autori nell’ambito dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e così descritto dalla coppia di registi: «Lo stile narrativo del documentario è una sequenza emotiva caratterizzata da stimolazioni sottocutanee e riflessioni soltanto apparentemente scollegate, materiale onirico, immaginario e surreale, che lentamente prende forma e diventa la trama di un ragionamento unico, che parte da Napoli ma che potrebbe essere generato ovunque. La città di Napoli, con le sue contraddizioni, le sue bellezze, le sue nefandezze, le sue eccellenze, le sue miserie, diviene ambientazione ma anche protagonista del racconto in un continuo gioco di riflessi tra specchi opposti».

Perché non è un semplice documentario Dadapolis, è carne viva. Un organismo in continuo cambiamento come la città che lo ospita e che ne fa da cornice e sfondo: Napoli. Un set diffuso, teatro di increspature culturali, storia e folklore, che cresce e vive ed evolve in un dialogo continuo tra sogno e realtà, desiderio e vita, sequenze emotive e stimolazioni sensoriali, nelle immagini lucide di Luglio e Gargano che si uniscono sino a formare un mosaico di colori, sapori e sperimentazioni. Una follia cinematografica (nel miglior senso possibile), un coro di rivendicazione, Dadapolis, ma anche una vetrina sul cuore di Napoli: fragile e forte, indistruttibile ma rompibile. Un luogo difficile da vivere e che invoglia a partire, una terra impossibile da abbandonare e costringe a tornare. Una casa, nella sua accezione più pura.
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