ROMA – Dopo il grande successo di Perfect Days, Wim Wenders torna al cinema con l’omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo. Girato in 3D e risoluzione 6K, Anselm racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia. Wenders realizza un’esperienza cinematografica unica, che mette in luce il linguaggio di Kiefer, fortemente influenzato dalla poesia, la letteratura, la filosofia, la scienza, la mitologia e la religione. Per oltre due anni, il regista è tornato sulle tracce di Kiefer partendo dalla nativa Germania fino alla sua attuale casa in Francia, ripercorrendo le tappe di un viaggio dietro le quinte della sua arte.

Un nuovo incredibile ritratto d’artista dopo il lavoro compiuto (di riflesso) su Yasujirō Ozu in Tokyo-Ga, e con Sebastião Salgado ne Il sale della Terra, Pina Bausch in Pina e con l’omonima band cubana in Buena Vista Social Club. Infine proprio Anselm, passato da Cannes 76 al pari di Perfect Days, nella sezione Special Screenings, con Anselm Kiefer. Un artista particolarmente vicino a Wenders e al suo mondo: «Avevamo in mente da molto tempo di fare un film insieme. Sono sempre stato colpito dall’immensa portata del suo lavoro, che arriva in profondità nella storia, nell’astronomia, nella filosofia, nella biologia, nella fisica e nei miti. Non ci sono limiti alla sua tavolozza o alla sua immaginazione. E come nessun altro che conosco, è in grado di incorporare il tempo nel suo lavoro e di renderne visibili le tracce».

D’altronde è di Anselm Kiefer che parliamo. Un artista che nel 1969, quando tutto il mondo culturale tedesco scelse il silenzio dinanzi all’orrore nazista, preferì prendere posizione facendosi raffigurare in quadri-fotografie in cui, servendosi della divisa da SA (Sturmabteilungen) del padre Albert, andò in giro in alcuni dei luoghi più rilevanti al mondo immortalandosi nel gesto del Sieg Heil. Fu tacciato per anni di neo-nazismo, quando in verità, l’obiettivo del suo lavoro era stimolare la riflessione circa il rapporto che il nazismo aveva con il modernismo tedesco. E quindi il dialogo con la mitologia e gli eroi, al tempo sfruttati dalla propaganda nazista in forma impropria, e che Kiefer, da buon neo-espressionista, ha voluto ripulire e riadattare in modo da provare a comprendere la storia in un modo diverso da quello razionale.

Ma c’è molto di più di questo. C’è la necessità di fotografare quella che Kiefer non esita a definire in uno dei momenti topici di Anselm come: «La pelle della terra». La superficie, i paesaggi, e con essa i suoi esseri viventi, per stamparli in libri di piombo così da renderli pesanti («L’insostenibile leggerezza dell’essere. La leggerezza è il rimedio degli uomini alla pesantezza, per non avere il coraggio di guardare nell’abisso.») e immortali al tempo stesso. Un’arte espressiva fatta di lanciafiamme e idranti, palettate e colpi violenti, e dipinti dove gli uomini appaiono fagocitati dal vortice buio di paesaggi di male e dolore. In essi Wenders naviga con la sua cinepresa in movimenti silenziosi e sinuosi mostrandoci un Kiefer spettatore della propria vita e creatore del proprio mondo.

Immagini pure di arte e memoria che Wenders inanella in un linguaggio filmico accattivante fatto di dissolvenze ispiratrici che testimoniano e documentano del genio di Kiefer nel raccontare del processo creativo dietro alcune sue opere. Ma anche della sua vita, tra immagini di repertorio e ricostruzioni artistiche in perfetto bilico tra realtà e sogno, rese possibili dal contribuito attoriale di Daniel Kiefer e Anton Wenders. Composizioni ricercate, caotiche, e dalla bellezza a perdita d’occhio che vanno a riflettere lo stile dell’artista, o per usare le sue stesse parole: «Quando il caos viene determinato da un confine rettangolare, allora diventa un dipinto». Anselm, un’opera straordinaria, che ci ricorda il valore e l’importanza dell’arte come espressione, ma soprattutto dell’arte come godimento e stimolo percettivo, nella vita di ognuno.
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