ROMA – Se si guarda alla carriera di Jean-Marc Vallée, il regista canadese scomparso improvvisamente lo scorso 25 dicembre, al centro dei suoi film e serie tv c’è sempre stato il corpo. Ferito, abusato, stremato, mortificato, eccitato. Da Dallas Buyers Club a Demolition, da Big Little Lies a Sharp Objects i suoi personaggi hanno trovato nei loro corpi il modo di raccontare delle storie. Come se quelle cicatrici, il sesso, la malattia, le ferite fossero tasselli di una mappa con la quale poter ricostruire il percorso che li ha portati davanti ai nostri occhi. Non fa eccezione Wild (lo trovate su CHILI), film del 2014 e adattamento di Wild – Una storia selvaggia di avventura e rinascita, autobiografia di Cheryl Strayed diventata una sceneggiatura firmata da Nick Hornby.

Protagonista Reese Witherspoon nei panni di una giovane donna allo sbando. Fresca di divorzio, depressa, con una dipendenza da eroina e una vita sessuale promiscua, Cheryl si è abbandonata ad un vortice autodistruttivo dopo la morte dell’amata madre Bobbi (Laura Dern) che ha visto morire sotto i suoi occhi. Alla ricerca di un suo (nuovo) posto nel mondo, la ragazza decide di affrontare a piedi il Pacific Crest Trail, percorso di tre mesi che attraversa tre stati per un totale di oltre 4.000 km, con l’obiettivo di cercare di cancellare, tramite la fatica fisica, quelli che vive come peccati dai quali purificarsi.

All’epoca della sua uscita Wild fu distrattamente associato a Into The Wild, sia per quel titolo che ricordava il film dedicato alla storia di Alexander Supertramp sia per le sue ambientazioni. Ma a Jean-Marc Vallée non interessava firmare una denuncia sociale o mostrare una parte di America solitamente lasciata ai margini. Wild è il racconto di una rinascita emotiva di una donna che attraverso la fatica e il dolore riesce finalmente a tornare a sentire. Un percorso fatto in solitaria ma nel quale è accompagnata dai ricordi di sua madre e del loro amore.

Per renderli ancor più vividi Vallée usa la musica, da sempre il suo asso nella manica insieme al montaggio frammentato e all’uso dei flashback. Da Suzanne di Leonard Cohen a El Condor Pasa (if I Could) di Simon & Garfunekl passando per Let ‘em in di Paul McCartney e By My Friend dei Free fino a I Can Never Go Home Anymore delle Shangri-Las. Tutta la musica di Wild è un tappeto di ricordi musicali attraverso cui Cheryl ritrova la strada per sua la rinascita. Una strada fatta di un amore che arriva dal passato. Quello di una madre per sua figlia che neanche l’assenza ha esaurito.
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