ROMA – Inutile negarlo: tra le cose più divertenti e riuscite del primo film c’era proprio lui con il suo Sergio, parrucchiere coatto dalla mano veloce, finito in carcere per un taglio veloce nel posto sbagliato. Claudio Amendola ritorna anche nel sequel, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, in sala dal 24 agosto, e riprende il ruolo in maniera gustosa, tra nuovi tatuaggi e l’insperato aiuto dato alla ex Monica di Paola Cortellesi. «E quando ho saputo che stavano preparando il nuovo capitolo di Come un gatto in tangenziale ho accettato subito con entusiasmo…», racconta Amendola.
IL MIO SERGIO – «Sì, il mio Sergio è un delinquente che sarebbe preferibile non avere come nemico e questa volta lo vedrete chiamato da Monica per risolvere un problema. Mi sono divertito moltissimo a mascherarmi e questa volta poi ho aggiunto ulteriori elementi al look, sempre esagerato, tra il corpo coperto di tatuaggi e un’acconciatura improbabile. In realtà però a un certo punto del film Sergio rivelerà anche una personale etica con insospettabili risvolti umani, confermando che, in fondo in fondo, anche lui ha un cuore…».

IL SET – «Sia per questo sequel che per il primo film, ogni volta che arrivavo sul set truccato e vestito da Sergio sembravo una scimmietta del circo: tutta la troupe accorreva ad ammirare e commentare da vicino i miei nuovi tatuaggi e la mia parrucca con i capelli biondi con tanto di meches e colpi di sole. Questa volta ho voluto esagerare con le invenzioni, Riccardo mi ha dato ampia libertà per scolpire il mio personaggio. E io mi sono lasciato andare. Un esempio? La scritta con il tatuaggio “113 nun te temo” l’ho inventata io…».

LA COPPIA – «Devo dire che è molto gratificante collaborare con una coppia di fuoriclasse come Paola e Riccardo (Milani, il regista, nda), legati nella vita e nel lavoro, sempre con un’intesa forte anche nella fase di scrittura. Paola ha inventato il personaggio di Monica, ne conosce ogni sfumatura, e Antonio è molto divertente nella sua continua scoperta di nuove realtà sociali. Nonostante questa volta io abbia girato soltanto pochi giorni, sul set è venuto tutto in modo molto spontaneo e naturale. In questo secondo film credo si noti anche la voglia di raccontare meglio certi aspetti dell’Italia e di questo particolare momento storico».

LA STORIA – «Contenuti sociali e riflessioni importanti a fianco del divertimento e della risata: ecco, credo che questo secondo film si muova sulla scia della grande commedia di costume del passato a cui in più di un passaggio strizza l’occhio con ammirazione e sempre con grande rispetto. Credo che Riccardo sia riuscito a non essere mai scontato e banale, è riuscito nell’impresa di fare un sequel senza ripetersi, cosa non semplice…».
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