MILANO – Un astronauta intento ad aggiustare una pannello di una navicella spaziale e il pianto di una bambina a squarciare quel silenzio. Morte e vita, i due poli su cui si muove High Life – atteso per mesi, poi sparito e ora finalmente in streaming su CHILI – primo film in lingua inglese di Claire Denis. Quell’astronauta è Monte (Robert Pattinson) e quella bambina è la sua Willow, gli unici due sopravvissuti di un esperimento, condannati a vagare nello spazio, ben oltre il sistema solare. Una storia che parte in medias res per poi mostrarci, tramite flashback, cosa è accaduto al resto dell’equipaggio composto da giovani criminali che hanno commutato la loro pena offrendosi volontari per estrapolare risorse energetiche alternative dai buchi neri.
Ma alla Denis non interessa soffermarsi a spiegare il come e il perché di quegli eventi quanto indagare la natura dell’animo umano inserendosi in un genere, quello fantascientifico, di cui fa implodere le regole dall’interno insieme ai suoi topoi visivi e narrativi. A partire dalle linee della navicella, ben lontana dalle forme futuristiche a cui ci ha abituato il cinema e più simile ad un container rettangolare, fino ad una gravità sovvertita e all’assenza di una minaccia esterna. Così come l’errare della navicella spaziale 7 lontano da rotte conosciute, anche il cinema di Claire Denis segue un percorso tutto suo, più interessato alle sensazioni evocate dalle immagini che all’intreccio.
High Life è un film immerso nella solitudine e nel desiderio, nella violenza e nell’angoscia, punteggiato di sangue e sperma, latte e saliva. Fluidi vitali che scorrono per rivendicare la vita circondata da corpi inanimati e segnali inghiottiti nel silenzio di uno spazio ovattato. La fotografia di Yorick Le Saux insieme alle scenografie di François-Renaud Labarthe costruiscono un mondo pulsante e umido quanto freddo e asettico. Il contrasto tra vita e morte che attraversa tutto il film diviso tra la tenerezza di un padre e la sua bambina e un’umanità feroce.
La macchina da presa della Denis indugia sui corpi e nei dettagli costruendo immagini potenti ed evocative, muovendosi tra sequenze lente e schegge di violenza accompagnate dalla colonna sonora spettrale di Stuart A. Staples dei Tindersticks, per chi li ha amati. High Life è il ritratto dell’animo umano in tutte le sue sfumature, dolce e brutale, maligno e salvifico, un viaggio interiore nelle luci e ombre dell’uomo. Un film colmo di bellezza e orrore. La storia di un padre e di sua figlia, circondati dalle stelle, che provano a combattere l’oblio.
- IL FILM | Volete vedere High Life? Lo trovate su CHILI
Qui potete ascoltare un brano della colonna sonora:
Lascia un Commento