MILANO – Quanto una colonna sonora contribuisce alla riuscita di un film? Molto, moltissimo. Pensate a Bernard Herrmann e le melodie scritte per Alfred Hitchcock o John Williasm e alla sua marcia imperiale per Star Wars. Lo sa bene anche Claire Denis che nel realizzare High Life – qui trovate la nostra recensione – ha chiamato Stuart A. Staples, leader dei Tindersticks, per occuparsi dello score del film. Il risultato è ambizioso e sperimentale grazie all’abilità di Staples di ricreare in musica le varie anime che attraversano il film, tra flashback e presente, orrore e dolcezza.
«Mi sono avvicinato ad High Life con la semplice idea di creare una sorta di musica casuale, che esistesse nel vuoto, come le costellazioni stesse», ha dichiarato il compositore, «Una struttura che era sempre nascosta al musicista che aveva solo informazioni minime o nessuna su cui suonare o reagire». Una colonna sonora intima e ipnotica fatta di strumenti acustici e chitarre elettriche che culmina in un brano, Willow, cantato da Robert Pattinson – l’attore che veste i panni del protagonista, un uomo costretto a crescere sua figlia dentro una navicella spaziale spedita oltre il sistema solare – sui titoli di coda.
«Willow era il seme di una canzone condivisa da me e Dan Mckinna che è cresciuta fino a diventare la conclusione del film con Robert Pattinson che la canta a sua figlia Willow. È un tema che ritorna in tutto il film» sottolinea Staples. Un brano che sembra omaggiare David Bowie, esaltato dall’uso di archi, chitarra elettrica e piano per accompagnare la voce di Pattinson. La chiusura perfetta per un film intenso, dolcissimo e feroce.
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