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Tutte le donne della Presidente: House of Cards 6 e la risposta all’era Trump

La fine dello show è uno specchio sull’imminente futuro. Finalmente positivo? Forse…

Alexandria Ocasio-Cortez, ventinove anni, portoricana di madre, newyorkese di padre, è stata appena eletta al Congresso, nelle elezioni di midterm. La più giovane parlamentare della storia. Insieme a lei, al Congresso, Rashida Tlaib, musulmana, figlia di una middle class arrivata, a piedi, da Gerusalemme. Il Minnesota, invece, ha mandato nelle stanze del potere Ilhan Omar, rifugiata somala, negli USA da quando aveva quattordici anni. E non finisce qui: Sharice Davids, dal Kansas, è la prima donna nativa americana – oltre che dichiaratamente gay – della storia ad entrare nello United States Capitol. In barba ai muri, ai confini, agli emendamenti. Una novità, forte ed evidente, che forse cambierà le carte in tavola da qui alle prossime presidenziali del 2020. Lanciando una domanda: e se il tempo per l’odio, le divisioni, le disuguaglianze di genere si stia avvicinando alla scadenza?

house of cards 6
Robin Wright in uno dei poster promozionali della sesta stagione.

Così, in un incastro di realtà, una certa immaginazione seriale ha anticipato il concetto: Claire Underwood è diventata il primo Presidente degli Stati Uniti donna. È vero, la scelta, dopo lo scandalo che ha investito Kevin Spacey, è stata, da parte della produzione (e della stessa Robin Wright, che ha fortemente voluto un finale alla serie cult) obbligata. Ma anche necessaria, giusta, coerente. Perché il significato è limpido: non bisogna fermarsi. E, l’evoluzione della (ex) First Lady di House of Cards – le cinque stagioni precedenti le trovate su CHILI -, è cresciuta stagione dopo stagione, facendola diventare, narrativamente parlando, la preferita dal popolo, anche se la prima puntata della sesta stagione – otto episodi in totale – si apre con lei, nello Studio Ovale, in un perfetto completo blu notte, a leggere i tweet di offese e minacce che la prendono di mira. Ed ecco che torna la realtà più vicina a noi.

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Robin Wright e Campbell Scott in una scena della sesta stagione.

Del resto, da sempre, la serie creata da Beau Willimon, ha preso spunto da ciò che The Washington Post o The New York Times pubblicava, scavando però un po’ più a fondo, romanzandola da opera shakespeariana, fatta di sangue, complotti, segreti. Impossibile resistergli. Impossibile non amare/odiare i suoi personaggi, vittime o carnefici che siano. Tutti hanno problemi, specie chi pensi non ne abbia”, pronuncia emblematicamente Michael Kelly alias Doug Stamper, durante la prima apparizione nella sesta stagione. Perché, pur liberandosi dallo spettro di Frank Underwood (aprendo le porte a due importanti new entry: Diane Lane e Greg Kinnear, fratello e sorella lobbisti) lo show non può non dimenticare il suo protagonista, sia umano che di finzione. La Casa Bianca diventa un covo di fantasmi, di cui Claire, però, non ha timore: è il suo turno, è la sua storia, sono le sue scelte.

Diane Lane, new entry della stagione, e Robin Wright.

Claire è l’opposto diretto al machismo di Frank, è l’aspetto ripulito dopo il più grande danno di immagine ad una delle serie tv simbolo degli ultimi anni. Ma, se gli intenti sono quelli che contano, Claire non può essere il personaggio positivo del caso. Le sue ombre (e scopriamo anche il suo passato) sono enormi. Quindi: uomo o donna, la differenza sta tutta nelle azioni, giuste o sbagliate, che si compiono. Così, ancora prima dell’epilogo dello show, torniamo a quelle quattro donne che hanno battuto i timori e i dubbi, il loro ruolo è gigante e delicato. E quel tempo scaduto sta finendo definitivamente. Non c’è un’altra puntata in arrivo, niente colpi di scena o anelli che bussano su un vecchio tavolo fatto con il legno di una nave. Anche se appena fuori la Casa Bianca, Claire Underwood, bucando la terza parete come il defunto marito ha spesso fatto, ci guarda negli occhi e dice: “Mai più paura”. E sì, per un attimo, finiamo per crederle davvero.

Le prime cinque stagioni di House of Cards? Le trovate, complete, su CHILI

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