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L’ultimo viaggio di un supereroe del Novecento: addio a Stan Lee

Excelsior: a 95 anni ci lascia il genio del fumetto che ha legato il suo nome alla Marvel Comics

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Come lo immaginate il funerale di un supereroe? Omoni in maschera, mantelli colorati, creature strane, calzamaglie sgargianti, scudi indistruttibili. Tutti lì, in una fine che, per loro, non è mai una fine. Ma invece, come lo immaginate il funerale di chi, quei supereroi, li ha creati, amalgamati, disegnati. Resi grandi, grandissimi. Talmente grandi da essere epici, e lui considerato l’Omero del fumetto. Perché l’America e il mondo tutto, in quella manciata di anni che anticipavano il Secondo Conflitto Mondiale, ha visto l’alba, la Golden Age di quelle strisce sfavillanti in cui, al costo di pochi centesimi, i bambini, da New York a Parigi e Londra, avevano la loro Epica. Avevano la loro magia. Niente lance e spade ma superpoteri: c’è chi vola, c’è chi si arrampica, c’è chi diventa verde quando si arrabbia, c’è chi lotta a mani nude e chi lotta dentro un’armatura. Superpoteri, sì, ma anche superproblemi.

Stan Lee e il suo SpiderMan.

Insomma, come si può sentire, oggi, un supereroe, quando il loro papà, a novantacinque anni, muore. Niente immortalità, niente finale dopo i titoli di coda, niente reboot in vista né universi alternativi. E cosa prova chi, sera dopo sera, magari sotto le coperte, ha divorato, una dopo l’altra, le avventure di Spider-Man, di Daredevil, dei Fantastici 4, di Thor. Oppure chi, davanti al finale di Infinity War, pochi mesi fa, ha sperato che tutto quello non sia che un trucco. Un trucco da cancellare a colpi di china e pellicola, inseguendo quello che ha inseguito lui per tutta la vita, l’immaginazione reale a porta di tutti. Grandi e piccoli, donne e uomini. Lettori, osservatori, fruitori di un’arte in grado espandersi, oggi, letteralmente a dismisura.

Stan Lee e Chadwick Boseman.

Excelsior, scriveva sempre alla fine delle sue colonne sulle pagine del Marvel Bullpen Bulletins, nella rubrica in cui faceva entrare, raccontandone aneddoti e curiosità, i fan nella Casa delle Idee. Era il 1964. Cinquant’anni dopo, quel suo Excelsior, nemmeno per un attimo, ha perso splendore, anzi. Cinquant’anni dopo, i suoi supereroi, sono diventati ancora più umani. E lui, quel papà dagli occhiali grandi e il sorriso che non può mai mancare, si è prestato al gioco, abbracciandoli, film dopo film.

spiderman
Stan Lee e Tobey Maguire nello SpiderMan di Sam Raimi.

Come a guardarli da lontano, a far sentire la sua presenza perché, pur camminando con le loro gambe, un buon genitore non abbandona mai un figlio. Così, come lo immaginate il funerale di un uomo simbolo del Novecento, capace di riscrivere i sogni, i desideri, le paure di quattro o cinque generazioni? Noi, tutti i suoi lettori, per mano a Peter Parker, Tony Stark, Bruce Banner, Thor, Natasha, Steve Rogers, li vediamo tutti, stretti stretti ad auguragli buon viaggio. E con loro, accanto a loro, non possiamo che esserci anche noi. Perché, se una cosa Stan Lee ce l’ha insegnata, è che non c’è la vita senza la morte. Excelsior, caro Stan.

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