MILANO – Una sanguinosa storia vera trasformata in una vera e propria opera d’arte. Olivia Colman e David Thewlis nei panni dei due protagonisti migliori che si potessero chiedere in questa vicenda per cui, non importa quanto si possa immaginare da trailer e sinossi, nessuno è veramente preparato. È il 1988 quando in Inghilterra i telegiornali vengono inondati da un terribile e curioso fatto di cronaca: William e Patricia Wycherley vengono trovati morti nel giardino di una villetta nel Nottinghamshire. È tutto quello che serve a Ed Sinclair per creare una sceneggiatura mostruosa che la regia di Will Sharpe eleva sopra ogni dire: Landscapers è un’estrema prova artistica, che finalmente possiamo vedere su Sky e NOW.

I due sospettati? Susan e Christopher Edwards, una coppia apparentemente innocua, quella che in un vero fatto di cronaca verrebbe descritta dai vicini come un’amorevole duo, tranquilli e modesti. Susan ha un folle amore per il cinema, soprattutto quello di una volta, della vecchia Hollywood e delle commedie francesi con protagonista Gerard Depardieu. Vive la sua vita come fosse un film, e Christopher la asseconda perché la ama, e farebbe di tutto per lei. Tutto sta nel vedere se il castello di carte che hanno sapientemente costruito riuscirà a reggere sotto la pressione della polizia, un crimine quasi perfetto che sembra però destinato a cadere sotto il peso dei ricordi e del dolore.

C’è poco da fare, quello che tenta Landscapers è a dir poco arduo: si destreggia, come fosse niente, fra tragedia, dolcezza, un tagliente senso dell’umorismo e la tensione del mistero, il tutto senza mai puntare il dito contro i suoi protagonisti. Il suo genere è il true crime, ma quello che vediamo sullo schermo è tutt’altro che conosciuto. Un dramma surreale, in cui si mischiano espressionismo, estetiche sperimentali, i temi del western e il poliziesco più classico; in cui la quarta parete viene infranta senza che ce ne accorgiamo e gli interrogatori si trasformano in un tour tra i diversi set, come se addentrarsi nel meta-cinema sia la cosa più semplice del mondo; in cui realtà e cinema si fondono in un’unica esperienza narrativa che ci fa protendere verso lo schermo per cogliere ogni dettaglio.

Will Sharpe, dopo Il visionario mondo di Louis Wain e Giri/Haji, si conferma uno dei registi più interessanti delle nuove generazioni, capace di portare in gioco il giusto livello di impegno nelle scelte artistiche di cui il true crime ha bisogno nel 2021. David Thewlis è impressionante con la sua performance, piena di congetture e mind games, mentre dà vita a un Christopher che sembra uscito da una black comedy dei fratelli Coen. Olivia Colman, invece, è semplicemente Olivia Colman. Giusto quando si pensa abbia raggiunto il limite, eccola riuscire ad andare ancora in più profondità, e lasciare a bocca aperta.

Landscapers è tutto e ancora di più. Potrebbe benissimo essere una stagione di Fargo ambientata in Inghilterra, ma ecco che tra i colori neon e il bianco e nero e le citazioni a Mezzogiorno di fuoco, il western più trasgressivo e moralmente complesso che sia mai stato realizzato, si trasforma in una riflessione su come la verità e la menzogna, in egual misura, siano il prodotto della mente di chi le costruisce. In sostanza, l’oggettività assoluta e imparziale è impossibile. Questa piccola miniserie in quattro episodi da cinquanta minuti è una meraviglia artistica che chiede solo di essere guardata e amata. Un viaggio cinematografico sconcertante e un racconto che sfida apertamente lo spettatore. Accettare il confronto sarà una delle avventure più affascinanti a cui prenderete parte.
- Il visionario mondo di Louis Wain e il biopic su un artista dimenticato
- TV COLUMN | Tokyo, Londra e una serie da non perdere: ma cos’è Giri/Haji?
- NEWSLETTER | Iscrivetevi qui alla newsletter di Hot Corn!
Qui il trailer di Landscapers:
Lascia un Commento