MILANO – L’antagonismo tra polizia e mafia coinvolge le vite di due fratelli, strettamente legati eppure mai così divisi: uno è un detective, l’altro, per errore e per amore, membro della Yakuza. Kenzo e Yuto sono i due protagonisti attorno ai quali ruota Giri/Haji – Dovere/Vergogna, miniserie prodotta per BBC e approdata infine su Netflix, creata da Julian Farino e Ben Chessel. È un noir, ma è anche un thriller, una gangster story e un melodramma. Internazionale, prima ancora che locale, perché la storia si divide tra Tokyo e Londra. L’Occidente e l’Oriente, legalità e illegalità, il dovere e la vergogna, il male e il bene.
L’essenza della serie – 8 episodi per 60 minuti – si compone di dicotomie, poli opposti che si attraggono come in simbiosi. Una violenta caccia all’uomo porta Kenzo a Londra per rintracciare il fratello che – fino a poco tempo prima – credeva morto e salvare così la capitale giapponese da una nuova guerra tra le famiglie della mafia. La vita in Occidente viene filtrata attraverso gli occhi di un orientale, due culture e due tradizioni collidono e si intrecciano creando un connubio perfetto. Non manca di certo lo spigliato humor inglese, ma buona parte dei dialoghi è in lingua giapponese. Una totale contaminazione sociale, che se non altro accentua lo spaesamento di Kenzo nella metropoli londinese.
Un uomo giusto, che ha sempre seguito le regole, si ritrova diviso nel profondo tra il suo lavoro e il legame con il fratello, tra il senso del dovere e il dover fare i conti con la dura realtà che il suo stesso sangue appartiene a coloro a cui ha sempre dato battaglia. E su tutto la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni, la coscienza che, allo stesso modo in cui il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano, tutto ciò che si fa, prima o poi, avrà delle ripercussioni. Tutti, nelle loro imperfezioni e debolezze, vagano spaesati in luoghi che sembrano non appartenergli, tutti legati – insieme – da connessioni profonde. Anime perdute che cercano sé stesse, si trovano e rimangono aggrappate l’una all’altra nel tentativo di trovare un senso a ciò che accade.
Giri/Haji è regia virtuosa, profondo senso dell’estetica e un enorme lavoro nella caratterizzazione dei personaggi. Una delle poche produzioni seriali che oggi si possono definire veramente cinematografiche, accattivante e costruita con amore. Ogni parola, ogni scena è necessaria a questo magnifico racconto di una favola moderna dove l’Ovest incontra l’Est e la comprensione delle fondamentali questioni sulla natura umana raggiunge il climax finale, dove l’assoluta poesia di una scena danzata su un tetto riesce nell’incredibile miracolo, per un thriller, di far commuovere. Perché alla fine i personaggi non sono nient’altro che umani. Al tentativo di Kenzo di convincersi di essere buone persone che hanno fatto solo cose cattive, la risposta non vede differenza. Ed è questo che si cela dietro la storia. Le cose che siamo disposti a fare per amore, per la famiglia, per l’onore. Ma anche per le nostre egoistiche ragioni.
- Tra sangue e ghiaccio: I Delitti di Valhalla
Qui potete vedere il trailer di Giri/Haji – Dovere/Vergogna:
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