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HOT CORN FOOTBALL CLUB | Pep Guardiola, gli Oasis e i sogni del Manchester City

La dottrina di Pep, la Premier League, Wonderwall e l’arte di vincere in una serie: All Or Nothing

Pep Guardiola, al centro di All or Nothing, il documentario sul Manchester City.

ROMA – Tutto o niente. Perché nello sport, così come nella vita, se si vuole ambire alle stelle, non ci si può accontentare. E chi dice il contrario, spesso, è chi non può arrivarci. Così, se avete bisogno di una scossa per affrontare una partita impossibile da vincere, magari può tornarvi utile un giro nello spogliatoio degli Arizona Cardinals o dei Dallas Cowboys, a respirare l’odore di Gatorade e adrenalina o, se non riuscite a capire la differenza tra field goal o un drop allora lo spogliatoio sacro del Manchester City, nel ventre dell’Etihad Stadium, è il posto che fa per voi. Magari seduti accanto ad Agüero, ad ascoltare l’assolo di un certo Pep Guardiola. Impossibile? No, basta guardare una delle otto puntate di All Or Nothing: Manchester City, la prima docu-serie di stampo europeo della saga sportiva targata Prime Video.

manchester city
Uno dei momenti più belli: lo spogliatoio.

Un progetto unico, con produzione Mediapro, a cui hanno collaborato anche due italiani, gli Stifani Bros. (e qui la loro storia), che tende senza tentennamenti o passaggi intermedi alla spettacolarizzazione totale del mondo del calcio, da esportare al dì la dell’Oceano Atlantico, preparando, piano piano, il terreno a quello che sarà il Mondiale 2026 negli States, nel Canada e nel Messico. Così, Amazon, lasciando per un momento i touchdown della NFL, si getta a capofitto nel campionato ”più bello ed elettrizzante del mondo”, ovvero quella Premier League terra di tradizioni, di campioni, di prati verde smeraldo.

all or nothing manchester city
Benjamin Mendy, sul campo di allenamento.

Il City, dunque, diventa l’esempio perfetto del momento storico-sportivo-culturale che attraversiamo: un top club oggi, un underdog da polvere di Terza Categoria ieri, ad ammirare (e odiare) i diavoli rossi, rivali da sempre, mantenendo però quel fascino britannico inconfondibile, da squadra outsider pronta a sputare sangue in campo, finendo per cantare a squarciagola Wonderwall degli Oasis. Con o senza (tanti) soldi. Non può, forse, esserci club europeo più adatto per veicolare il messaggio ci crescita e cambiamento, e non c’è nessun altro allenatore al mondo, come Guardiola, capace di indottrinare i suoi ragazzi ad una mission fondamentale: divertirsi, divertire, vincere.

Pep Guardiola e Fernandinho in una scena.

All Or Nothing, punta a questo: ci sono interviste off, certo, ma il gioco, l’azione, i riflettori caldi degli stadi sono i veri protagonisti, in una continuum narrativo accompagnato dalla voce di Sir Ben Kingsley. Si corre tanto e si respira poco, in un lucky year che ha portato captain Kompany, Sterling, De Bryune e gli altri Citizens ad alzare al cielo, con cento punti, il titolo nazionale, dopo una cavalcata tra pioggia, fango, sole. E, nello show, c’è davvero tutto: le sessioni di allenamento, i silenzi dopo le sconfitte, la felicità bambinesca dopo un gol segnato all’ultimo minuto. Con tanti protagonisti ma con un solo imprescindibile elemento filosofale: Pep Guardiola.

All or Nothing: Manchester City
L’Etihad Stadium di Manchester, e quella quiete prima della partita.

All or Nothing, dunque, e il cuore del calcio inglese ed europeo, da esportazione e da esempio internazionale con una narrazione un po’ documentario, un po’ tv, un po’ cinema, con le scene madri, i dialoghi cruciali – ancora Pep –, i colpi di scena. Così, parallelamente a Netflix, società concorrente di Prime che girò First Team: Juventus – molto più intima, poco gioco, meno globale –, il calcio diventa materiale d’intrattenimento totale e ritorna in mente una frase alla fine di uno dei migliori film sul calcio: Jimmy Grimble, con Robert Carlyle: «Cosa può esserci di meglio dello United? Il Manchester City». Era il 2000. E oggi, le cose, sono un tantino cambiate. ”Don’t look back in anger”, cantava Liam, giusto?

Qui, il trailer della serie:

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