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Vincent Lacoste: «I miei giorni di gloria, tra Alberto Sordi e Gérard Depardieu»

I miti, il cinema, il futuro: l’attore porta alla Mostra porta Mes jours de gloire. E racconta le sue passioni

Vincent Lacoste in una scena di Mes Jours De Gloire.

VENEZIA – Ha divertito la sezione Orizzonti qui alla Mostra, con un altro ruolo brillante e tenero: il ventiseienne parigino Vincent Lacoste è un’autentica forza, una rivelazione assoluta che in Italia però è (purtroppo) ancora poco celebrato. Dopo il recente e toccante Quel giorno d’estate, ora lo conferma la commedia Mes jours de gloire, debutto del cineasta e attore francese Antoine de Bary. Il protagonista, Adrien, è un trentenne in crisi, con un curriculum da ex enfant prodige e un’attuale precarietà che gli impedisce di pagare le bollette e lo costringe a tornare a casa dei genitori (il papà è Christopher Lambert in versione inedita).

Vincent Lacoste
Vincent Lacoste durante il photocall veneziano

Psicanalizzato dalla madre (Emmanuelle Devos), circondato da amici nerd e incapace di dare un senso alla vita, vive una specie di catarsi quando si innamora di una ragazza  (Noée Abita). Tra situazioni rocambolesche e colpi di scena, è davvero impossibile non lasciarsi conquistare da quest’adorabile imbranato. Un po’ come succede con lo stesso Lacoste: Seduto su una poltroncina di vimini nel giardino dell’Hotel Quattro Fontane, di fronte al Palazzo del Casinò, sorseggia un caffè e sbircia i passanti da sopra gli occhiali da sole. Non si scompone neppure quando sente che in Italia è stato definito “l’erede di Louis Garrel”. È lusingato, ma cerca di nasconderlo.

Lacoste con il regista Antoine de Bary e Noée Abita.

Partiamo dai riferimenti: quali sono i suoi modelli d’attore?
Vediamo: direi proprio due attori italiani. Su tutti metto i vostri Alberto Sordi e Marcello Mastroianni. La commedia italiana è il cinema che preferisco in assoluto.

E tra i “non italiani”?
Gérard Depardieu è un genio (l’ha conosciuto sul set del film Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, ndr.) e poi non posso non ammirare Ingrid Bergman e Catherine Deneuve. Sono un vorace divoratore di pellicole, anche se ad essere onesti ho iniziato questo lavoro per caso, quasi con un’intuizione e senza nessun riferimento culturale legato al cinema. Ora sto recuperando, infatti prima di andare su un set faccio maratone intere di film, per lasciarmi ispirare dai grandi.

2016: Lacoste con Gérard Depardieu in Saint Amour.

Il film si chiama I miei giorni di gloria. I suoi?
Visto quello che succede al protagonista, il titolo è chiaramente ironico perché il poverino annaspa per uscire dal pantano esistenziale in cui si ritrova o, per meglio dire, in cui si è cacciato. Per me invece i ricordi più forti sono legati ai festival di cinema.

Uno in particolare?
Non scorderò mai la prima volta a Cannes, un’emozione totalizzante e indescrivibile per il film Il primo bacio. Mi hanno accolto a braccia aperte quando ero solo un ragazzino. Avevo quindici anni e lo serberò nel cuore come uno dei momenti più preziosi di sempre.

Sì, è lui: Lacoste, a sinistra, nel 2009 ne Il primo bacio.

A parte la recitazione in cos’altro eccelle?
A tavola me la cavo benissimo, sono una buona… anzi un’ottima forchetta. Ma non in cucina. Per carità, non so cucinare, sono un disastro, anzi un pericolo. Quindi o mi auto invito a casa degli amici oppure me ne vado al ristorante.

Per cosa le piacerebbe essere ricordato?
Vorrei che si dicesse di me che sono stato capace di regalare un sorriso agli altri…

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