Manuela Santacatterina VENEZIA – Mentre in giro per il Lido è impossibile non imbattersi in qualche sua giovane fan in cerca di un autografo o di un selfie, Timothée Chalamet, maglia nera e giacchetto con il cappuccio, è arrivato a Venezia 78 per presentare Dune insieme al regista Denis Villeneuve e ai numerosi colleghi – da Oscar Isaac a Zendaya – con i quali ha realizzato un nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Frank Herbert. L’attore interpreta Paul Atreides, erede della Casa Atreides e futuro Kwisatz Haderach, l’essere supremo destinato a comandare l’universo secondo l’ordine del Bene Gesserit.
IL CONSIGLIO «Nutro grande rispetto per la versione diretta da David Lynch ma prima di iniziare a girare il film Denis mi ha chiesto di fare una sua versione dimenticando tutto quello che c’era stato prima e ho seguito il suo consiglio».
L’UNIONE «Cosa rappresenta per me Dune? È il lavoro della vita, mi sono lascato guidare da Denis, sono stato fortunato ad avere delle persone straordinarie vicino, ci siamo appoggiati gli uni agli altri. Sono lieto di poter definire chi ha lavorato a questo film con me i miei fratelli e sorelle. Spero ci sia la possibilità di fare un secondo capitolo».
DENIS VILLENEUVE «Con Denis si è creato un rapporto di comunicazione ideale. Ho un livello di serietà tale sul lavoro che mi contraddistingue e ho notato che spesso nei film adattati da romanzi si cerca di evitare dei trucchi. È come se ci fossero tre versioni del film: quello che leggi nel copione, quello che giri e quello che vede la gente».
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