in

The Novelist’s Film | I confini della parola e il minimalismo secondo Hong Sang-soo

Piani sequenza, realismo totale, bianco e nero: viaggio dentro un film che quasi non è cinema

Un dettaglio del poster di The Novelist's Film.

MILANO – Si apre con un piano sequenza di quasi dieci minuti – con la camera ferma, quasi immobile se non per qualche zoom e impercettibili spostamenti – così da chiarire immediatamente la natura di film teatrale, senza spazi, con immagini inalterate e parole che scorrono come fiumi incontrollati. Quasi come se in una pagina il punto non arrivasse mai. Arrivato al suo ventisettesimo lungometraggio, Hong Sang-soo non può fare altro che costruire un progetto più teorico e sperimentale rispetto ai precedenti, che ragiona e riflette su un’analisi filmica tra passato e presente mettendo in discussione la propria arte e il proprio modo di intendere il cinema. The Novelist’s Film, presentato alla Berlinale 72 e poi nella sezione Orizzonti del Florence Korea Film Fest, è un’opera di sovrapposizione, che sovrascrive e riduce all’osso l’idea filmica per raggiungere un minimalismo tanto impattante quanto difficile da raggiungere.

The Novelist's Film
Una scena di The Novelist’s Film.

L’impianto di storytelling si compone solo di qualche leggero movimento: una famosa scrittrice compie un lungo viaggio per andare a trovare una vecchia amica che ha aperto una libreria lontano da Seoul per scappare dal mondo. A riempire gli spazi lasciati incompiuti sono interazioni, scontri, sguardi e confronti tra personaggi che si muovono come maschere su un palco in bianco e nero. Jun Hee si dirige in una realtà dove conoscerà la giovane assistente della libraia, un ex teatrante che sta studiando la lingua dei segni, ritroverà sulla sua strada un regista con cui ha un passato incrinato ancora da chiarire e verrà investita dalla personalità di un’attrice con cui instaurerà un rapporto particolare che unirà l’immagine alla parola. Hong Sang-soo costruisce The Novelist’s Film (su Apple TV+) allontanandolo dalle tipiche dinamiche cinematografiche e lo avvicina al teatro, al romanzo, a medium culturali che affrontano l’arte in maniera completamente opposta.

The Novelist's Film
Le due protagoniste di The Novelist’s Film.

Il regista confina così l’immagine dentro dei quadri, delle cornici in piano sequenza che immobilizzano il contesto per lasciare liberi i personaggi e le parole di muoversi, di creare confronto e scontro. Il film si traveste di un tono straniante, quasi grottesco, per far emergere la realtà delle relazioni sociali, la distanza che persiste tra le persone, il bisogno futile e la necessità intrinseca di apparire. Concetti stratificati che il regista sudcoreano approfondisce cercando di assottigliare quel confine che persiste nel cinema tra realtà e finzione e prova ad aggrapparsi a un minimalismo che riesce a trasmettere il vuoto delle parole che ci circondano, il vuoto di un’esistenza che fa scontrare inutili ideologie e troppo poco raggiunge il dialogo che permette di evolvere, di crescere, di cadere e rinascere in qualcos’altro…

  • ORIENT EXPRESS | Il cinema orientale visto da Hot Corn
  • PREVIEW | A Traveler’s Needs | la nuova poesia di Hong Sang-soo 
  • VIDEO | Qui per il trailer di The Novelist’s Film:

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un Commento

Nell Tiger Free in una scena di Omen - L'origine del presagio di Arkasha Stevenson al cinema dal 4 aprile

VIDEO | Nell Tiger Free, la saga e il trailer di Omen – L’Origine del Presagio

Marisa Abela è Amy Winehouse in Back to Black, un film di Sam Taylor-Johnson, al cinema dal 18 aprile

VIDEO | Marisa Abela, il mito di Amy Winehouse e il trailer di Back to Black