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Draft Day | Kevin Costner, il football e quel film dimenticato di Ivan Reitman

Cosa succede nelle trattative per l’acquisto dei giocatori NFL? Lo racconta un (bel) film sportivo

Kevin Costner nel ruolo di Sonny Weaver in Draft Day

ROMA – Forse l’unico paragone possibile per il Draft Day americano è quello con il nostro vecchio Calciomercato. Vecchio perché oggi le trattative di acquisto e vendita dei giocatori sono aperte tutto l’anno con le due finestre (estate e gennaio), mentre fino a qualche tempo fa si concentravano in un unico luogo e in pochi giorni. Storia, insomma. Draft Day è però anche il titolo del film di un veterano come Ivan Reitman (ricordate Ghostbusters?) dedicato al Draft NFL, evento annuale tra i più seguiti in cui le 32 squadre della National Football League provano ad accaparrarsi i migliori giocatori dei college americani. Durante queste giornate, il protagonista, il general manager dei Cleveland Browns, Sonny Weaver Jr. (Kevin Costner), tenta di acquisire talenti per la sua squadra malandata.

draft day
Kevin Costner discute col coach dei Cleveland Browns

Sonny rischia in prima persona – come ogni eroe sportivo – senza fiducia da parte dei capi, tanto da sfiorare la rottura con il coach e la separazione dalla compagna. Perché se non si fosse capito, negli USA il football – come basket e baseball del resto – è una cosa seria. E qual è allora il cuore di Draft Day, che trovate in streaming su Prime Video e Apple (a volte con il titolo italiano de Il sorteggio)? Sta nel racconto – uno dei più realistici visti in un film sportivo – di quelle ore di contrattazione. Il Draft ha infatti regole precise che devono essere rispettate. Si articola su sette round e l’ordine viene stabilito dalla classifica finale del campionato. I primi a poter fare una scelta sono i dirigenti di un expansion team, vale a dire quelle squadre create ad hoc per rappresentare una città che non è mai stata coinvolta nel campionato NFL (ricordate gli Isotopi di Springfield nei Simpson?). A noi può sembrare strano, ma si tratta di una procedura piuttosto nota nelle leagues di tanti altri sport americani.

Draft Day
I dubbi di un dirigente

Dovessero esserci due expansion team, un sorteggio stabilisce chi tra i due potrà iniziare. La squadra vincitrice del Super Bowl sceglierà per ultima, la perdente del Super Bowl per penultima e via di seguito, in base al piazzamento nei play-off e nella regular season. Finisce qui? No, perché il Draft prevede delle regole precise anche sui compensi. La prima scelta è quella che in assoluto conquista il contratto più ricco, ma ci sono differenze salariali in base ai ruoli dei giocatori. I più pagati sono ovviamente i quarterback, i registi di gioco come Tom Brady, la figura più ambita e amata nel football.

Anche Frank Langella è nel film di Ivan Reitman

I più pagati sono ovviamente i quarterback, i registi di gioco come Tom Brady, la figura più ambita e amata nel football. Le trattative sono cinema puro. I dirigenti delle squadre, proprio come il Sonny Weaver di Draft Day, hanno dieci minuti per scegliere i giocatori nel primo round. Il tempo scende fino a cinque minuti nel settimo giro. Se la scelta non viene fatta, allora tocca alla squadra successiva approfittare dell’incapacità dei rivali. Insomma si vince o si perde in una manciata di secondi. I più lunghi della vita.

Kevin Costner e Jennifer Garner

Del resto, come ha spiegato Kevin Costner, che di cinema sportivo se ne intende, avendo interpretato pellicole come L’uomo dei sogni (un capolavoro), Tin Cup e Bull Durham, non bisogna illudersi di riprodurre lo sport autentico in un film, bisogna piuttosto concentrarsi sulle storie degli uomini e delle donne, più importanti di qualunque contesto. E quelle, ci racconta Draft Day, non stanno necessariamente in mezzo a un campo…

  • SPORT CORN | Quando lo sport incontra il cinema
  • VIDEO | Il trailer di Draft Day:

 

 

 

 

 

 

 

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