ROMA – Carol Danvers/Captain Marvel ha recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta SABER. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come The Marvels. Parte esattamente da qui l’omonimo film di Nia DaCosta con protagonisti Brie Larson, Iman Vellani, Teyonah Parris, Zawe Ashton e Samuel L. Jackson, ora al cinema.
Il terzo lungometraggio della Fase 5 del MCU – Marvel Cinematic Universe viene descritto dall’executive Mary Livanos come: «Una gigantesca impresa di world-building. Il film dipinge il più ampio quadro del Marvel Cinematic Universe che abbiamo mai visto. Questo porta con sé tutte le sfaccettature più bizzarre e misteriose della fantascienza che noi filmmaker amiamo». Basti pensare che in origine, nel pitch che DaCosta fece a Kevin Feige, lo script di The Marvels avrebbe dovuto riguardare viaggi temporali e la presenza di Adam Warlock come nemesi. A cambiare le carte in tavola ci hanno pensato lo sviluppo narrativo della seconda stagione di Loki e la presenza scenica di Warlock in Guardiani della Galassia Vol.3 dopo che James Gunn stesso ne segnò l’introduzione nella scena post-credit di Vol.2.
Poi il cambio di rotta, il working-title Goat Rodeo, la scelta di impostare il racconto sulla scia della linea narrativa della Guerra Kree-Skrull ideata da Roy Thomas nel 1971, e soprattutto sulle conseguenze. Ma non tanto di Avengers: Endgame in cui l’imbattibile Carol Danvers di una sempre intensa Larson funge da deus ex machina cosmico con cui sovvertire l’inerzia della battaglia finale contro Thanos e con esso il sacrificio supremo di Tony Stark, ma del suo predecessore stand-alone. Gli eventi narrativi di Capitan Marvel di Anna Boden e Ryan Fleck e con essi mettere Carol di fronte alla portata delle sue azioni. Il peso del mantello insomma, dei propri (super-)poteri, e di quella forbice di valore che c’è tra l’essere il Capitano del cosmo intero al ruolo di Distruttrice.
Ad esso la narrazione di The Marvels lega la ricongiunzione con Monica Rambeau (che nella controparte fumettistica conosciamo come Photon) di una Parris sempre più a suo agio nel ruolo, qui in cerca di un legame da ricostruire con zia Carol e lo scendere a patti con il proprio lato Super. Nel mezzo c’è il coming-of-age di Kamala Khan/Ms. Marvel – una sempre spassosa Vellani che del film è l’anima comica e il cuore tenero, autentico – ritrovatasi di punto in bianco accanto al proprio idolo. Tutte componenti amalgamate dalla trovata narrativa in apertura di racconto. La magia creativa del cinecomic qui sprigionata in poteri che combaciano, si alleano e si abbracciano, sino a rendere tre individualità affini un’unica grande complessa forza motrice eroico-combattiva.
Qualcosa che la macchina filmica della DaCosta – un racconto solido, compiuto, capace di racchiudere uno e tanti mondi nel suo minutaggio (finalmente!) scarno e prendendosi perfino qualche rischio – rende in scatti di montaggio armonici, senza sbavature, capaci di regalare una maxi-sequenza action all’inizio del secondo atto da applausi per la resa in immagini, in un continuo affinarsi lungo il dispiego dell’intreccio scenico che coincide con la crescita dell’alchimia delle sue protagoniste. Il vero pregio di The Marvels però è quello di aver finalmente messo ordine in un MCU che la Saga del Multiverso inaugurata con la Fase 4 ha finito con il rendere sfilacciato tra lungometraggi apparsi come corpi estranei (Eternals, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli) e lo sviluppo episodico dei progetti seriali su Disney+.
The Marvels riparte esattamente da qui, dai finali di stagione di WandaVision, Ms. Marvel e Secret Invasion, da Hawkeye (forse, ad oggi il miglior prodotto seriale Disney/Marvel), dalla suggestione Giovani Vendicatori e da un’ennesima grande sorpresa nei titoli di coda, per una Saga del Multiverso che appare sempre più ramificata dopo un abbozzo iniziale (What If?, Ant-Man & The Wasp: Quantumania, Loki) e proiettata verso il futuro. E noi ci saremo.
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Qui sotto potete vedere il trailer del film:
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