ROMA – Kevin Feige e la Marvel lo hanno capito già da tempo. Per evolversi c’è bisogno di cambiamento, punti di vista differenti e sguardi eterogenei. Così dopo Taika Waititi, Cate Shortland o Ryan Coogler, alla Casa delle Idee hanno deciso di chiamare Chloé Zhao, Premio Oscar per Nomadland, per dirigere Eternals, ventiseiesima pellicola del MCU e terzo film della Fase Quattro dopo Black Widow e Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Una scelta perfettamente il linea con il nuovo percorso cinematografico targato Marvel desideroso di sperimentare e arricchire la propria narrazione. Ispirato ai personaggi creati da Jack Kirby, lo script del film è scritto dalla regista insieme a Patrick Burleigh, Ryan Firpo e Kaz Firpo.
Una storia lunga 7.000 anni, tanti quanti quelli passati sulla Terra dagli Eterni, razza aliena immortale creata dai Celestiali che ha vissuto segretamente sul nostro Pineta per proteggere l’umanità delle loro controparti malvagie, i Devianti. Una protezione però legata a una regola: gli Eterni non possono interferire in alcun modo nelle scelte degli umani lasciandoli compiere ogni errore ed orrore, tra guerre, genocidi e distruzione. A guidarli l’Ajak di Salma Hayek per un cast che comprende, tra i tanti, Angelina Jolie, Richard Madden, Gemma Chan, Barry Keoghan, Lia McHugh, Lauren Ridloff, Ma Dong-seok e Kumail Nanjiani.
Collocato temporalmente cinque anni dopo gli eventi di Avengers: Infinity War – ossia dopo la sparizione (e il ritorno) di metà della popolazione causato dallo schiocco di dita di Thanos – Eternals è un film di tante “prime volte”. Il primo bacio gay del MCU, la prima scena di sesso, l’introduzione del primo personaggio sordo (la Makkari della Ridloff). Caratterizzato da salti temporali che dai giorni nostri tornano indietro fino alle civiltà babilonesi o azteche, Eternals si confronta con una sceneggiatura densa di personaggi, linee narrative e tematiche – da riferimenti alla crisi climatica passando per le malattie mentali e l’uso spesso scellerato dell’avanzamento tecnologico da parte dell’uomo – che fatica a gestire o approfondire quanto dovrebbe.
Eternals parla dell’importanza del dubbio e della necessità di evolversi, della memoria, senza la quale non ci sarebbe futuro, mentre rivendica l’errore e l’imperfezione. Un film che celebra l’unione e la collettività contro l’individualismo. È necessario pensare ad un cinema sempre più inclusivo, capace di raccontare storie in cui chiunque possa riconoscersi e rispecchiarsi. Ma non sempre il film diretto dalla Zhao risulta omogeneo proprio in virtù della necessità di dover orchestrare e dare spazio ad ogni singolo personaggio e tematica. Il risultato è un esperimento riuscito a metà, un ponte tra il MCU che conosciamo e quello che si sta man mano modellando. Un mondo sempre più concentrato nel creare opere dallo sguardo unico, ma che «per correggere l’errore» ha ancora bisogno di evolversi.
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L’intervista a Chloé Zhao e Victoria Alonso è a cura di Manuela Santacatterina:
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