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Kang, Michelle Pfeiffer e il Regno Quantico. Ma Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un flop?

Peyton Reed reiventa il franchise e accende la Fase 5, ma la critica lo stronca. Ma com’è il film?

Ant-Man
Ant-Man e il terzo capitolo di Hope Lang. Top o flop?

ROMA – Dopo aver sconfitto l’armata di Thanos e riportato l’ordine sulla Terra, vige l’armonia nel nucleo familiare di Scott Lang e Hope van Dyne, ovvero, Ant-Man and the Wasp. Cassie Lang, ormai adolescente, è un’attivista ribelle, Hank Pym e Janet van Dyne si sono ritrovati dopo gli eventi del capitolo precedente. Tutto sembra procedere per il meglio finché, dopo un piccolo incidente domestico e scientifico, si ritrovano nuovamente nel Regno Quantico dove Janet si troverà faccia a faccia con l’ultimo individuo che sperava di incontrare: Kang il Conquistatore. Questa la sinossi di Ant-Man and the Wasp: Quantumania di Peyton Reed, trentunesimo lungometraggio del Marvel Cinematic Universe, primo capitolo della Fase 5, inizio dell’anno solare 2023 di casa Marvel oltre che, chiaramente, punto di chiusura della trilogia di Ant-Man.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, l'inizio della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, l’inizio della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe

Una trilogia, di suo, forzata, mai veramente attesa dai fan – a differenza dei Volumi di Guardiani della Galassia a firma James Gunn, per intenderci – a cui Kevin Feige, ben consapevole della sua debolezza, ha cercato di garantire ad ogni capitolo un posizionamento strategico nell’economia del racconto del MCU. Come nel caso del capostipite/origin story Ant-Man, collante silenzioso tra la fine della Fase 2 di Avengers: Age of Ultron e l’inizio della Fase 3 con Captain America: Civil War. O Ant-Man and the Wasp – il più debole della trilogia – ma prezioso proprio nel porsi come ponte narrativo tra Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Non ultimo, ecco qui Ant-Man and the Wasp: Quantumania che nel ricollegarsi al clamoroso finale di stagione di Loki, dà slancio alla Saga del Multiverso.

Paul Rudd e Jonathan Majors in una scena di Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Paul Rudd e Jonathan Majors

E qui entriamo nel vivo del discorso, perché Ant-Man & the Wasp: Quantumania sembra quasi soffrire delle scorie critiche di una Fase 4 mai realmente accettata – se non perfino compresa – da critica e pubblico nel suo sviluppo verticale-seriale fatto di tante origin story ma di pochi passi in avanti nell’orizzontalità del filo conduttore post-Thanos. Il risultato? Ad oggi, non solo è il film Marvel peggio recensito dalla critica specializzata, ma anche uno dei meno profittevoli (si fa per dire) con i suoi 250 milioni di incasso worldwide in poco più di una settimana a fronte di un budget da 200, ma comunque valido nell’aver già raggiunto il punto di pareggio tra spesa e incasso. Un fato ingiusto per il terzo capitolo di Ant-Man. Specie perché, a conti fatti, Quantumania è largamente il più interessante dei film prodotti finora su Scott Lang.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è arrivato nei cinema italiani il 15 febbraio 2023
Ant-Man 3 e la moltiplicazione dei Paul Rudd

A partire dal tono dello script di Jeff Loveness, ex-sceneggiatore di una manciata di episodi di Rick & Morty, che nell’asciugare un po’ il tono comico dei capitoli precedenti tra la visione mancata di Edgar Wright di Ant-Man e la verosimiglianza tonale dello script di Chris McKenna, Erik Sommers e lo stesso Paul Rudd del successivo Ant-Man and the Wasp, bilanciandolo con toni epici e lievemente più drammatici, lancia la narrazione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania in un viaggio narrativo reso avvincente e ritmato da Reed che – su ammissione dello stesso Loveness – è fantascienza per famiglie a metà tra lo spirito avventuroso di Star Wars e Hook – Capitan Uncino e le dinamiche relazionali de Il padre della sposa, che tira dritto sin nel cuore pulsante degli attesissimi Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars.

Michael Douglas, Michelle Pfeiffer ed Evangeline Lilly in una scena di Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Michael Douglas, Michelle Pfeiffer ed Evangeline Lilly

Ma soprattutto il comparto attoriale. Perché se è vero che tra tutti i volti già noti al pubblico Marvel è la fuoriclasse Michelle Pfeiffer a svettare per intensità sui vari Rudd, Evangeline Lilly e Michael Douglas ponendosi come guida degli eroi nel Regno Quantico – oltre che della stessa narrazione di cui prende le redini per tutto il lungo primo atto – è tra le new-entry che Ant-Man and the Wasp: Quantumania sprigiona tutta la sua carica artistica affidando ad un esplosivo Jonathan Majors l’imponente ruolo di Kang il Conquistatore (e relative e numerose varianti), nuovo machiavellico e manipolatorio super-villain Marvel di riferimento per cui Majors ha dato sfogo a tutto il suo talento istrionico in una dimensione caratteriale eccellente liberamente ispirata a Giulio Cesare, Alessandro il Grande, Gengis Khan e lo shakespeariano Iago dell’Otello.

Tra Otello e Giulio Cesare, Kang il Conquistatore è pronto a prendersi il MCU?

Intelligente tra l’altro la gestione di Kang, perché se è vero che Loki ce ne aveva dato un piccolo ma appetitoso assaggio nel finale di stagione, la narrazione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania ne costruisce sapientemente l’essenza lungo il dispiego dell’intreccio per poi gettarlo nella mischia dal secondo atto in poi. Non ultimo l’intuizione su MODOK perché se è vero che è di un forte ridimensionamento che parliamo in termini narrativi – specie considerando la valenza fumettistica di uno dei super-villain più importanti della Marvel – in termini industriali il rimescolamento della sua backstory in funzione delle logiche del MCU attraverso un sorprendente filo conduttore con Darren Cross/Yellowjacket (Corey Stoll) è interessante se non quantomeno funzionale. Indifendibile invece la resa grafica, forse l’unico vero neo artistico di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, in una cgi posticcia e pasticciata.

Kathryn Newton e Paul Rudd in una scena di Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Kathryn Newton e Paul Rudd

Discorso diverso, invece, sul fronte immersività, perché il contesto narrativo del Regno Quantico costruito da Reed è talmente colorato, radicato e folle da non far rimpiangere il vasto spazio profondo abilmente costruito tra i Guardiani di Gunn e il nuovo corso di Thor di Taika Waititi. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti con Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Perfino un piccolo (ma quasi del tutto ininfluente) cameo di Bill Murray e una Kathryn Newton che sostituisce l’ancora acerba Emma Fuhrmann vista fugacemente in Avengers: Endgame, facendo ben sperare per il futuro. Nell’attesa, la Marvel accende i motori di una Fase 5 che non vede l’ora di stupire, sorprendere e magari far cambiare idea a più di un paio di detrattori…

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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