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The Kelly Gang | Russell Crowe, l’Australia e la disperata estetica di Justin Kurzel

Un grande cast, una leggenda australiana e un cast incredibile. Il risultato? Un film (molto) potente

The Kelly Gang
George MacKay e la banda di The Kelly Gang.

ROMA – Strano viaggio quello dell’australiano Justin Kurzel. Prima la sfida di portare al cinema un nuovo Macbeth nel 2015, poi, un anno dopo, eccolo cambiare totalmente registro e mettersi dietro la macchina da presa per (il discutibile, sì) Assassin’s Creed. Nel 2019, invece, rieccolo tornare a casa, nella sua Australia, per raccontare un film come True History of The Kelly Gang, sparito quasi subito purtroppo dopo il passaggio al Torino Film Festival, anche se oggi fortunatamente lo trovate in streaming su AppleTV, Prime Video, Rakuten e CHILI. La pellicola ruota attorno alla figura di una leggenda nazionale, Ned Kelly, che insieme alla sua banda, tra il 1870 e il 1880, sfidò la forza della Corona Britannica di Victoria. Un’icona discussa – e ancora oggi discutibile in Australia – capace però periodicamente di tornare alla ribalta con discussioni, dibattiti e polemiche.

Charlie Hunnam in una scena di The Kelly Gang.

Un mito che rimane tale però, anche perché Ned è già stato portato al cinema nel 1970 e nel 2003 da due leggende come Mick Jagger – in I fratelli Kelly – e da Heath Ledger in Ned Kelly. Kelly mise a ferro e fuoco quel (nuovo) mondo a colpi di rapine, omicidi, atti di ribellione contro il modus operandi dittatoriale della polizia. Vestendosi, al fianco dei suoi fratelli, da donna. Del resto, come (forse) diceva lui, «La pazzia è la cosa che spaventa di più». Così, negli anni, per alcuni, Kelly divenne una sorta di mito romantico, il più classico dei Robin Hood, per altri invece fu un fuorilegge violento, morto impiccato a venticinque anni in seguito ad un colpo andato male, nel quale, pensate un po’, sfidò un intero esercito imbracando una rudimentale armatura di ferro.

Orlando Schwerdt (Ned Kelly da bambino) e Essie Davis

La sua storia in The Kelly Gang, con la sceneggiatura firmata da Shaun Grant, muta però in un’opera che ne romanza alcuni aspetti, messa in scena da Kurzel facendolo diventare un film che, volutamente, mischia anni, colori e atmosfere, per farne un’epopea – divisa in tre atti – dove la figura di Ned (interpretato da George McKay, appena visto a Venezia ne La Bête di Bertrand Bonello) viene posta in risalto rispetto al mondo oscuro che lo circonda. Un mondo medievale, carico di rabbia, un nuovo Medioevo contemporaneo o, chissà, lontano un secolo.

Russell Crowe
Russell Crowe sotto tiro in un altro momento del film.

Ed ecco la spregevole madre Ellen (Essie Davis), il criminale Harry Power (Russell Crowe), che lo inizia alla brutalità di una terra senza bellezze, e l’ambiguo agente di polizia Fitzpatrick (Nicholas Hoult), che lo insegue usando qualsiasi mezzo possibile. Di The Kelly Gang il regista (di cui ancora aspettiamo Nitram con Caleb Landry Jones) ne fa un lungometraggio dove la natura umana ne esce asciugata da ogni forma di bontà, quasi che la cornice fosse uno scenario post-apocalittico, dove la frontiera la si conquista senza onore e senza storia. Dove i bambini non hanno futuro né speranza, mentre il mondo western di Justin Kurzel si fonde alla musica ossessiva di suo fratello Jed. Nessuna poesia, solo disperazione. Tenetelo d’occhio.

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Qui potete vedere il trailer originale del film:

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