ROMA – «Abbiamo realizzato questo film per ricordare a noi stessi di essere gentili. Abbiamo iniziato a scriverlo nel 2017 quando Trump è stato eletto. Eravamo arrabbiati e spaventati e questo ha portato a galla lati cattivi di noi. C’è una parte del film che lavora in quella direzione: “Non siamo perfetti, non siamo Waymond”. Siamo più simili a Evelyn e ci dobbiamo ricordare che la gentilezza è d’aiuto e che la cattiveria è controproducente. Il nostro film è anche una lettera d’amore ai film d’azione che amiamo. Ma allo stesso tempo non amiamo la violenza come risposta. Ci siamo chiesti: “Come possiamo realizzare un action movie che non glorifichi la violenza?”. E questo è un altro pezzo del puzzle: realizzare un film action in cui la gentilezza sia elettrizzante tanto quanto prendere a pugni la gente!». Daniel Kwan and Daniel Scheinert, meglio conosciuti come i Daniels, raccontano a Hot Corn come hanno sviluppato uno dei punti centrali del loro film, Everything Everywhere All At Once, vincitore assoluto dei Premi Oscar 2023 con ben sette statuette portate a casa (tra cui Miglior Regia e Miglior Film). Ma non solo: con la coppia di registi abbiamo parlato anche della responsabilità del cinema di prendersi dei rischi, del gap generazionale e da dove arrivi l’idea degli occhi adesivi simbolo del film…
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La video intervista ai Daniels è a cura di Manuela Santacatterina:
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