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The Covenant | Guy Ritchie, Jake Gyllenhaal, l’Afghanistan e l’onore in tempo di guerra

Arriva su Prime Video il nuovo film del regista britannico, un grande film. Ecco perché vederlo

The Covenant.
Jake Gyllenhaal in una scena di The Covenant.

ROMA – Nel marzo 2018, nel pieno della Guerra in Afghanistan, il sergente maggiore dell’esercito degli Stati Uniti John Kinley e la sua unità subiscono un attentato da parte dei talebani. Durante un’ispezione di routine dei veicoli a Lashkargah un camion bomba esplode. A rimetterci la pelle è l’interprete di John. In sua sostituzione, arriva Ahmed Abdullah, un uomo risoluto, pieno di frizioni, che afferma di svolgere quell’incarico solo per tornaconto economico. Sarà l’inizio di un’alleanza salvifica e di una grande amicizia in tempo di guerra. Parte da qui The Covenant, il nuovo film co-scritto e diretto da Guy Ritchie con protagonisti, tra gli altri, Jake Gyllenhaal, Dar Salim, Antony Starr (Il Patriota di The Boys), Alexander Ludwig, Emily Beecham e Jonny Lee Miller, una grandiosa parabola sull’onore e l’umanità sotto le armi.

The Covenant di Guy Ritchie, disponibile su Prime Video
Jake Gyllenhaal in un momento di The Covenant di Guy Ritchie

Disponibile su Prime Video, per The Covenant – o come è stato ribattezzato per il mercato estero Guy Ritchie’s The Covenant così da evitare confusione con l’omonimo film del 2006 diretto da Renny Harlin con Sebastian Stan e Taylor Kitsch tra i protagonisti (ma tra i B-Movies ce ne sono almeno una decina con lo stesso titolo) – Ritchie si è scervellato e non poco per la scelta del titolo. A suo dire: «I titoli, per quanto mi riguarda, sono l’aspetto più impegnativo del cinema. Negli ultimi film che ho fatto la scelta del titolo è stata la decisione più complicata da prendere», tanto che in origine The Covenant si sarebbe dovuto intitolare The Interpreter, come a voler sottolineare la valenza narrativa del ruolo di Abdullah e dell’interprete in sé.

Un sempre grandioso Jake Gyllenhaal è il Sergente Maggiore John Kinley in una scena di The Covenant
Un sempre grandioso Jake Gyllenhaal è il Sergente Maggiore John Kinley

A detta dello stesso Salim: «Il fatto è che tutti i soldati americani hanno messo in gioco le loro vite ogni giorno in Afghanistan, cercando di fare la cosa giusta. Lo stesso vale per gli interpreti che hanno messo ogni giorno le loro vite in pericolo. Questo è il cuore del film, la sua verità». E in effetti l’agente scenico portato in scena da un Salim in odore di Oscar al Miglior attore non protagonista nella sua interpretazione complessa e stratificata, nobile e umana, funge da nodo gordiano di The Covenant. L’interprete è infatti molto più che un semplice lasciapassare, è l’incaricato della fiducia, oltre che anello di raccordo tra le milizie e la popolazione civile. Titolo cambiato poi nel definitivo The Covenant, ovvero: «Un vincolo, un pegno, un legame», quello tra Kinley e Abdullah.

Dar Salim è l'interprete Ahmed Abdullah, un'interpretazione al sapore di consacrazione
Dar Salim è l’interprete Ahmed Abdullah, un’interpretazione al sapore di consacrazione

Un vincolo fatto di fiducia, amicizia e onore in un reciproco rintracciarsi e salvarsi, un qualcosa di talmente puro da avvicinarsi all’amore nella sua più incondizionata valenza. In tal senso, lo script firmato da Ritchie, Ivan Atkinson e Marn Davies non è una storia vera, ma basata su un insieme di storie vere: «Ho visto una serie di documentari sull’Afghanistan e non ho potuto non notare la collaborazione tra gli interpreti e i loro sergenti. Come si sviluppa quel legame è una dinamica piuttosto interessante». E se è vero che qualcuno potrebbe obiettare circa l’assenza di una dichiarata base narrativa di riferimento al centro di The Covenant, la magia del cinema eleva l’esecuzione di Ritchie a celebrazione universale di ciò che la dinamica di quel vincolo bellico effettivamente rappresenta.

The Covenant: il miglior Ritchie dai tempi di Snatch, e probabilmente il miglior film bellico da 1917 di Sam Mendes
The Covenant: il miglior Ritchie dai tempi di Snatch, e forse il miglior film bellico da 1917 di Sam Mendes

Specie poi perché Ritchie ne delinea le forme regalandoci un The Covenant asciutto, sobrio, registicamente maestoso alla maniera di un kolossal moderno con spruzzate di malinconia degne di un western crepuscolare. Una rinascita per certi versi, specie tenendo conto dei colpi a vuoto dei recenti Aladdin, The Gentlemen, La furia di un uomo e Operation Fortune. O forse, più semplicemente, l’arrivo dell’ispirazione giusta fuori della comfort-zone dell’heist movie in salsa pop. Un grande film insomma, e con un Gyllenhaal così, intenso, intimo, esplosivo, sempre efficace, tutto diventa naturale.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

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