MILANO – L’attenzione che Netflix ha rivolto verso i prodotti del continente asiatico sta dando i suoi risultati. Dopo il grande successo delle serie giapponesi Giri/Haji e Alice in Borderland, è il turno della Corea del Sud con il dramma horror Sweet Home, diretto da Lee Eung-bok e con, tra i tanti, Song Kang, Lee Jin-wook e Lee Do-hyun, già destinato alla stessa popolarità. La serie è tratta dall’omonimo webtoon – cioè un fumetto pubblicato solo in rete, un fenomeno tutto coreano che solo negli ultimi anni si è diffuso nel resto del mondo – creato da Kim Kan-bi e Hwang Young-chan, che ha registrato subito milioni di visualizzazioni.
Sweet Home è un horror distopico e apocalittico che si muove nelle strade della capitale. Improvvisamente, un virus colpisce l’umanità, chi ne è affetto è colto da attacchi di allucinazioni e sanguinamenti dal naso: è l’inizio del doloroso processo che li porterà a trasformarsi in mostri. Ma non nel senso leggermente velato a cui noi occidentali siamo abituati, si tratta di vere e proprie creature orripilanti ripescate dagli incubi che incuterebbero timore anche a H.P. Lovecraft. Volete tirare a indovinare in quale anno è ambientata la serie? Nel 2020, ovviamente. Anche con una punta di ironia, visto che della pandemia non c’è nemmeno l’ombra, ma l’infausto destino dei personaggi sembra essere anche peggiore.
C’è da dire che tra fantascienza e distopia, mostri e pandemie, il 2020 è stato un anno molto gettonato, sia nella finzione che nella realtà. E l’ultimo capitolo del webtoon è stato pubblicato proprio nel luglio dello scorso anno. Forse il comportamento che pandemia e lockdown hanno innescato nella popolazione ha ispirato i due creatori. Perché Sweet Home fa leva sulla debolezza degli esseri umani, non solo per quanto riguarda le relazioni tra i personaggi. Il virus che trasforma in mostri non è un problema respiratorio o del sangue, ma pare che si poggi sul desiderio umano, sulla cosa che più desideriamo al mondo e che ci fa andare fuori di testa.
Gli effetti visivi della serie, incredibili e di alta qualità, sono stati presi in prestito dagli studi che avevano lavorato anche a Il trono di spade e Avatar, mentre non poteva mancare l’aspetto gore e splatter che tanto piace al cinema horror asiatico (e alcune scene sono veramente difficili da digerire). Inoltre, come in ogni catastrofe che si rispetti, non poteva mancare il ruolo del governo con le finte promesse di risoluzione, che sia i personaggi che chi guarda sanno non verranno mantenute, e il piano dell’esercito di condurre esperimenti segreti sui contagiati per trovare una soluzione o una cura.
I personaggi sono lasciati in balia delle proprie decisioni e strada facendo si apre anche un’interessante riflessione, forse un po’ già sfruttata, del sottile confine che separa i mostri dagli esseri umani. Insomma, Sweet Home è un altro adattamento ben riuscito e di grande intrattenimento, specialmente per gli amanti del genere, e con la sua prima stagione da dieci episodi ha decisamente stupito e sorpreso. Non rimane che attendere che le strade lasciate aperte nel finale conducano a una seconda stagione.
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Qui potete vedere il trailer di Sweet Home:
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