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Silenzio e accettazione. Ovvero: perché dovreste vedere Sound of Metal

Darius Marder realizza un film sull’accettazione del cambiamento con una grande prova di Riz Ahmed

sound of metal

ROMA – Ruben (Riz Ahmed) e Lou (Olivia Cook) sono una coppia, sul palco e nelle vita. Sul loro Airstream attraversano l’America per suonare su palchi sempre diversi cercando di tenere a bada dipendenze e demoni del passato. Lei è la voce e chitarra elettrica, lui la batteria del duo metal Blackgammon. Almeno fino a quando Ruben, improvvisamente, non perde l’udito poco prima di un’esibizione. Darius Marder debutta alla regia con Sound of Metal – disponibile su CHILI – e ci regala uno dei film più belli e potenti dell’anno. Un film sorretto dall’interpretazione intensa di Ahmed che si è ritagliato un posto tra i candidati dell’ultima edizione degli Oscar.

Sound of Metal
Riz Ahmedè Ruben in Sound of Metal

Nato da un soggetto scritto a quattro mani da Marder insieme a Derek Cianfrance, Sound of Metal è un viaggio intimo, a tratti documentaristico, nella vita di un uomo costretto a ricostruire la sua vita da zero. Un musicista sordo, con un passato di tossicodipendenza alle spalle, che dovrà imparare a esprimersi con il linguaggio dei segni e tentare a guarire quello ha in testa, non quello che non funziona nelle sue orecchie. Lo farà con l’aiuto di un veterano del Vietnam e la sua comunità per persone non udenti che hanno deciso di abbracciare la loro condizione senza viverla come un’invalidità.

Olivia Cooke è Lou

Ma il percorso per la consapevolezza è tortuoso e la vita di prima, quella di cui Ruben si sente derubato, lo richiama a sé come il canto delle sirene di Ulisse, ingannandolo. Sound of Metal è un film sulla perdita e il cambiamento e sulla difficoltà di accettare entrambi. Darius Marden si sbarazza di facili sentimentalismi e realizza un film crudo e asciutto ma non per questo meno emotivo. Al contrario, la sua messa in scena, la scelta di seguire i personaggi con la macchina a mano e la portata universale dei temi trattati, fanno del film un’opera profondamente empatica. Merito anche della chimica tra Olivia Cooke e Riz Ahmed.

Sound of Metal
Una scena di Sound of Metal

L’attore si lascia attraversare da rabbia e vulnerabilità, dolore e rifiuto, paura e accettazione dando vita a un personaggio profondamente umano e alla sua migliore prova attoriale. Un personaggio attraverso cui Marden ci fa vivere un’esperienza immersiva grazie al sound design di Nicolas Becker (già nome dietro Arrival e Gravity) che è riuscito a catturare il suono del silenzio. È la prospettiva di Ruben, la sua perdita dell’udito, che noi spettatori possiamo percepire grazie a un suono distorto, abbassato, ovattato, amplificato. Il suono (e il silenzio) in Sound of Metal è il mezzo con cui capire Ruben e con cui Marden ci fa provare cosa significhi perdere l’udito e perché il protagonista fatichi a lasciarsi alle spalle la sua vita precedente.

Sound of Metal
Una scena del film

Sound of Metal non è un film sulla perdita dell’udito ma sull’accettazione del cambiamento, sulla resistenza che noi tutti facciamo al nuovo che ci si prospetta davanti e che non sappiamo come gestire perché privi degli strumenti per affrontarlo. Mai come quest’anno ognuno di noi ha dovuto lottare e fare i conti, chi più e chi meno, con una nuova dimensione quotidiana che, da un giorno all’altro, ha stravolto le nostre vite. Il film di Darius Marden pone la lente d’ingrandimento proprio sullo smarrimento di perdere qualcosa che conosciamo o attraverso cui ci identifichiamo mostrandoci il dolore e la bellezza nell’accettarlo. John Cage in 4’33” lasciava che fossero i rumori di sottofondo a creare la sua composizione perché «tutto ciò che facciamo è musica». Dobbiamo solo imparare ad ascoltare.

  • Volete vedere Sound of Metal? Lo trovate su CHILI

Qui potete vedere il trailer di Sound of Metal: 

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