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Il ritorno del fotoromanzo | Sogno e quella fotografia dell’Italia tra Sophia Loren e il MoMa

Nata alla fine degli anni Quaranta la rivista “di donne per le donne” torna in edicola dopo trent’anni

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MILANO – I fotoromanzi hanno fatto sognare generazioni di ragazze e donne. Pubblicati per la prima volta nel 1947, a distanza di pochi giorni, da Il mio sogno di Damiano Damiani e Bolero film di Cesare Zavattini, sono un’invenzione tutta italiana che ha poi fatto scuola anche nel resto del mondo. Venivano definiti “film statici”, perché i racconti erano realizzati attraverso fotografie di attori noti al grande pubblico su un set che somigliava molto a quello cinematografico, quasi a metà tra una stringa di fumetti e le fanfiction di oggi. Poi, dalla casa editrice Lancio, la rivista che ha fatto del fotoromanzo un fenomeno di massa: Sogno.

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Due copertina di Sogno

Il grande successo scoppia negli anni Cinquanta, quando sulle pagine arrivano Romy Schneider e Ingrid Bergman, ma sono anche la rampa di lancio di molte attrici e attori che oggi sono i grandi nomi del nostro cinema. Basti ricordare come una copertina di Sogno del 1950 che ritrae Sophia Loren nei panni di Sofia Lazzaro (uno dei personaggi più amati) è ancora oggi esposta al MoMA di New York. E così, al prezzo di 25 lire a settimana, le storie facevano sognare e ammaliavano, tra attori trovati per strada e – man mano che il fenomeno cresceva – interpreti affermati e a cui le lettrici si affezionavano. Tra le pagine dei fotoromanzi sono passate, tra le tante, Ornella Muti, Gina Lollobrigida, Claudia Rivelli e Raffaella Carrà, ma anche Massimo Ciavarro e Franco Gasparri.

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la rivista “di donne per le donne”

Quella che era una rivista “di donne per le donne” era espressione di un sentire popolare, quello che si avvicinava alla letteratura rosa, tanto che ai suoi inizi anche Liala, la regina dei romanzi rosa italiani, partecipò alla realizzazione di un racconto. Tuttavia la gloria dei fotoromanzi finì presto, intorno agli anni Ottanta, quando vennero superati dalla televisione e dalle soap opera.
Oggi? Sprea Editore ha deciso di riportare Sogno nelle edicole e far rivivere la magia dei fotoromanzi. È necessario? Sì. Abbandonati i pregiudizi che si portavano dietro in tempi passati, rimangono una delle tante testimonianze di quella che è stata la nostra cultura. Nel nostro mondo contemporaneo, forse un’analogia vorrebbe i social network essere i fotoromanzi moderni.

I fotoromanzi Sogno

Ma le fotografie e i racconti di quella rivista conservano ancora il fascino di ciò che è passato e allo stesso tempo è eterno. Si tratta sì di un omaggio al passato, ma è anche un modo per ricordare e capire meglio la nostra società; una società che dal dopoguerra ad oggi è cambiata ma, in fondo in fondo, è anche sempre uguale. È cambiata la tecnologia, è cambiato il mondo in cui viviamo e sono cambiati i suoi obiettivi, ma sogni, desideri e passioni sono sempre gli stessi. Riscoprire i fotoromanzi vuol dire riscoprire una parte di noi stessi che avevamo dimenticato o che credevamo perduta. Appassionarci nuovamente alle loro storie vuol dire rivendicare un piccolo pezzo della nostra vita, così vicino al cinema eppure così lontano, una settimana alla volta, sempre aspettando quel “Continua nella prossima puntata”.

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