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Sirene | Cher, Winona Ryder e quella gemma anni Novanta sull’adolescenza

Film di debutto di Christina Ricci, la dramedy di Richard Benjamin è un doppio racconto di formazione

sirene

ROMA – Era il 1990. Winona Ryder aveva già una filmografia piuttosto importante con all’attivo Beetlejuice, Schegge di follia ed Edward mani di forbici. Una giovanissima Christina Ricci faceva il suo debutto sul grande schermo e Cher… beh, era Cher. Un terzetto di leggende e future star protagoniste di Sirene, una piccola gemma degli anni Novanta che, a trent’anni dall’uscita in sala, sembra non avere nessuna intenzione di finire nell’oblio di quei film destinati a perdersi, schiacciati sotto il peso di nuove uscite o franchise da milioni di dollari. Diretto da Richard Benjamin, Sirene, però, ebbe una produzione alquanto movimentata.

Sirene
Cher e Winona Ryder in una scena di Sirene

Inizialmente battezzato come l’esordio americano di Lasse Hallström, il film finì poi nelle mani di Frank Oz che, a sua volta, lasciò il set per divergenze con Cher e Winona Ryder, aggiuntasi in corsa dopo il licenziamento di Emily Lloyd, la cui unica colpa era quella di non assomigliare abbastanza a Cher per interpretare sua figlia. La storia, basata sul romanzo omonimo di Patty Dann – scritto come tesi per il suo master (!) -, è quella di una famiglia “nomade” dell’America dei primi anni Sessanta capeggiata dalla matriarca Mrs. Flax (Cher) che, ogni volta che chiude una relazione, fa le valigie e si mette in macchia con le sue due figlie, l’adolescente Charlotte (Ryder) e la piccola Kate (Ricci), per iniziare la loro vita altrove.

Winona Ryder è Charlotte

L’ultima tappa del suo peregrinare sentimentale l’ha portata in una cittadina del Massachusetts. La loro casa confina con un convento, dettaglio che fa la felicità di Charlotte, ossessionata dal Cattolicesimo (nonostante sia ebrea), che ben presto si ritroverà a fare i conti con la sua vocazione religiosa quando incontra Joe (Michael Schoeffling), giovane custode e autista dello scuolabus, del quale si invaghisce. È proprio il rapporto tra Charlotte, tutta colletti bianchi, cerchietti e preghiere, e Rachel, cotonata e disinibita madre sui generis, a trainare Sirene. In perenne conflitto – espresso da dialoghi brillanti e un’alchimia sincera tra le due attrici -, le due si muovono seguendo modelli comportamentali paralleli.

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Michael Schoeffling e Winona Ryder in una scena di Sirene

Da un lato Mrs. Flax, esempio di indipendenza e libertà sessuale, dall’altro la figlia che, come forma di ribellione a quella figura ingombrante con cui confrontarsi, contrappone regole e controllo. Riscaldato dai toni brillanti e caldi tipici dei paesaggi del New England e attraversato da riferimenti alla Storia americana loro contemporanea – su tutti l’omicidio di John F. Kennedy -, Sirene è un doppio racconto di formazione. A crescere non è solo l’adolescente Charlotte che per la prima volta si confronta con la sessualità e la ricerca di una propria identità, ma anche Rachel costretta, proprio per amore di quelle figlie che ha trascinato in giro per il Paese, ha trovare un equilibrio interiore (complice la relazione con Lou, goffo e adorabile venditore di scarpe con il volto di Bob Hoskins).

Una scena del film

Una dramedy che, magicamente, risponde a tutti i requisiti necessari per superare la prova del tempo e continuare a fare colpo su nuove generazioni di spettatori. Ad aiutare nell’impresa anche una colonna sonora perfetta: da The Shoop Shoop Song (It’s in His Kiss), cover intonata da Cher, a brani di Smokey Robinson, Jimmy Soul e Lesley Gore. Tra i monologhi interiori di Charlotte (che valsero a Winona Ryder una nomination ai Golden Globe), spiedini di marshmallow, biografie di santi, record di apnea sott’acqua, lampade magiche e musei del baseball, Sirene è un film del cuore. Uno di quelli che, anche dopo anni e innumerevoli visioni, ti cattura e non ti fa alzare dal divano fino alla fine di quell’ultima scena perfetta, tra una tovaglia sventolata in aria e un ballo scatenato in cucina sulle note di If You Wanna Be Happy.

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Qui potete vedere il video di The Shoop Shoop Song (It’s in His Kiss):

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