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Sigourney Weaver: «Master Gardener, le tensioni razziali e lo sguardo di Paul Schrader»

L’attrice, protagonista del capitolo conclusivo della trilogia diretta da Schrader, si racconta a Hot Corn

Sigourney Weaver
Sigourney Weaver, protagonista di Master Gardener di Paul Schrader

VENEZIA – «Credo che molte cose siano cambiate in positivo in America, ma su alcuni temi come la razza, i pregiudizi e la paura ci siamo alle prese oggi più che mai. I Proud Boys (organizzazione di estrema destra, ndr) sono l’espressione della paura degli americani bianchi che credono di perdere il loro Paese a favore degli immigrati. Invece l’America è un melting pot, qualcosa nella quale abbiamo sempre creduto. Per me è uno shock vedere questo gruppo di persone non riconoscerci tutti come parte della stessa comunità». Sigourney Weaver riflette su uno dei temi alla base di Master Gardener, terzo e conclusivo capitolo di una trilogia iniziata da Paul Schrader nel 2017 con First Reformed in cui il regista affronta l’ombra oscura delle tensioni razziali e del suprematismo bianco he attraversano gli Stati Uniti.

La video intervista a Sigourney Weaver è a cura di Manuela Santacatterina: 

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