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Ma chi saranno i geni di domani? L’incredibile missione firmata da Science Fair

Non hanno nemmeno vent’anni i protagonisti della serie di Cristina Costantini. Segni particolari? Geni

PASADENA – «Sì, potremmo non solo curare il cancro ma anche prevenirlo» dichiara Anjali Chadha, del Kentucky, scienziata di sedici anni, tra i protagonisti di Science Fair. Hot Corn ha incontrato la ragazza prodigio a Pasadena per i TCA, appuntamento annuale di National Geographic con la presentazione dei programmi di punta. Con la regia e la produzione di Cristina Costantini insieme a Darren Foster, il documentario sulle giovani promesse della scienza, dopo avere vinto il premio del pubblico sia al Sundance che a SXSW di Austin, approda su National Geographic Channel a maggio. Divertente e stimolante, Science Fair segue le vicende di nove studenti delle medie nel loro percorso per entrare nella competitiva International Science and Engineering Fair (ISEF), una gara di rilevanza globale che offre borse di studio ai ragazzi con i progetti migliori. «Ho costruito uno strumento che consente di rilevare le concentrazioni di arsenico presenti nell’acqua» spiega Anjali Chadha.

Science Fair
Anjali Chada raccoglie l’acqua per il suo progetto

Myllena Braz Da Silva, 19 anni, che le sta seduta a fianco con un interprete perché non parla ancora inglese, arriva invece da un piccolo paese a Nord del Brasile, dove si è sviluppata l’epidemia del virus Zika. Utilizzando il computer di scuola e un laboratorio piuttosto rudimentale per l’analisi delle strutture molecolari, Myllena si è presentata alla fiera di scienza identificando una proteina che potrebbe essere decisiva nel fermare il virus. «Per me è stata una sorpresa e un vero sogno vedere il successo che ha riscosso questo film» confessa la regista. «La cosa più bella è che il National Geographic l’ha mostrato nelle scuole di tutta America» aggiunge.

Science Fair
Un’immagine di Science Fair

SOGNARE IN GRANDE «Di recente mi sono interessata alla ricerca del tumore al cervello per la scoperta di nuovi modelli e tecniche di trattamento, nuovi medicinali che potrebbero essere utilizzati e via di seguito. Perché nonostante le ricerche, credo sia un campo in cui si possa fare ancora molto» racconta Anjali Chadha. «Ma ho anche sogni dal punto di vista personale: vorrei vedere un mondo in cui le ragazze siano felici e orgogliose di sé stesse. Vorrei che potessero concentrarsi sulle loro forze nello stesso modo in cui fanno i ragazzi, invece che pensare alle proprie debolezze. Credo sia un modo di concepire le cose che crea parecchi problemi e cambiare questo atteggiamento porterà molta positività».

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Anjali Chada, tra i protagonisti di Science Fair

ESSERE UNICI «Sarò sincera: questo film è piaciuto a molta gente ma ho anche ricevuto parecchia negatività e lettere piene d’odio, sessiste. Credo sia per le cose che dico: i ragazzi in particolare mi vedono come una personalità troppo forte e schietta, troppo sicura di me. Ma la gente che mi è vicina nella vita, la famiglia e gli amici stretti, credono sia semplicemente fantastico che una cosa che molti considerano da secchioni e sfigati abbia goduto di una piattaforma del genere. E sono felice di come il film mostri che non tutti gli scienziati siano uguali o dicano le stesse cose; tutti i ragazzi hanno qualcosa di unico da offrire. I miei amici magari ci scherzano sopra ma mi hanno detto che il film rappresenta chi sono veramente».

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Una dei protagonisti di Science Fair

ORGOGLIO SENZA PREGIUDIZIO «Non appena ho visto Science Fair, la prima cosa che mi è balzata agli occhi è stata la disparità tra il luogo dove sono cresciuta e le risorse che potevo utilizzare e quelle invece di cui disponevano gli altri ragazzi. Ma questo non mi ha reso triste, al contrario, mi ha reso felice e orgogliosa di essere arrivata fin qui lo stesso» racconta Myllena Braz Da Silva. «Pochi sanno che dopo la fiera di scienza nel film, ho partecipato di nuovo a una gara e ho vinto due borse di studio per studiare in America. E grazie al film ho vinto anche una borsa di studio per imparare l’inglese. Quello è un mio grande sogno! L’altro sogno era andare a Disneyland e si è avverato lo scorso anno».

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A destra, Myllena Braz Da Silva

NESSUN CONFINE «È buffo che la gente ora presuma che studierò solo la scienza quando la mie grandi passioni sono la comunicazione e i media: amo i microfoni, le telecamere; in Brasile avevo un mio programma radio. Con la mia vita vorrei mostrare alla gente, e divulgare il messaggio, che non importa da dove vieni, non importa quali siano le tue risorse: puoi raggiungere comunque grandi risultati» conclude Myllena Braz Da Silva.

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