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Tra Bertolucci, Godard e il futuro | La seconda vita del Filmstudio? Si chiama SCENA

Ovvero: piccola storia della rinascita di un luogo storico di Roma e di una nuova sfida da affrontare

Pasolini, Bertolucci e Godard all'esterno del Filmstudio, a Roma.

ROMA – Bertolucci ci arrivava a piedi da casa sua in via della Lungara, Moretti portò qui Io sono un autarchico, mentre Godard presentò addirittura il suo Vento dell’Est una sera del 1969 e Sergio Leone sbirciava proiezioni e programma. Un luogo intriso di cinema e storia, nel cuore di Trastevere, a via degli Orti d’Alibert 1, dove un tempo c’era il Filmstudio e chi scrive ci andava a vedere pellicole di Straub e Huillet che non erano mai uscite in Italia. Lì, seduti in un silenzio quasi religioso, si assisteva al miracolo del cinema, come se fosse sempre la prima volta, quasi come se fossero sempre i Lumière. Adesso quel posto si chiama SCENA ed è un centro di incontro e di scambio di idee dedicato a cinema, letteratura, alle arti e alla fotografia, inaugurato dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, pochi mesi fa, a giugno scorso.

Un dettaglio dell’interno di Scena, a Trastevere.

Cosa cambia? Tutto e forse nulla, perché la storia continua, alcune cose del Filmstudio rimangono (qui il sito), anche se i tempi sono drasticamente (e drammaticamente?) cambiati e la sala ha cambiato funzione. Eppure, a maggior ragione, SCENA (maiuscolo perché acronimo di Spazio, Cinema, Eventi e Nuove Arti) serve forse ora come non mai, luogo a cui arrivare per cambiare direzione e trovare qualcosa d’altro per dirottare lo sguardo. Un esempio? La Settimana Internazionale della Critica di Venezia – che vi avevamo raccontato giorno per giorno da media partner – arriva qui proprio in questi giorni per portare sette pellicole viste al Lido e ancora senza distribuzione italiana.

L’entrata di Scena.

La programmazione proseguirà a cura anche di Filmstudio – che esiste ancora – che proporrà Le Nuits En Or, ovvero le Notti d’Oro dei César, una manifestazione dell’Académie des César in collaborazione con l’Accademia del Cinema Italiano chedal 27 al 29 settembre – porterà i trenta migliori corti dell’anno premiati dalle accademie di cinema di tutto il mondo. E poi ecco la quarta edizione del Murmat Short Film Festival, gara di cortometraggi e l’1 e il 2 ottobre le Masterclass d’Animazione e di Musica per il Cinema tenute da animation designer come Marco Varriale e Lulù Cancrini e dal compositore Mattia Carratello del duo Ratchev & Carratello.

Alcuni poster, tra cui Cabiria, sulle pareti di Scena.

Insomma, le iniziative sono tante, ci sarà spazio anche il 5 ottobre per la rassegna “Buona la prima” a cura della Scuola Volontè (e si comincia con Corpo Celeste di Alice Rorhwacher), ma la vera storia in questo caso non è probabilmente  quella alle spalle, fatta di ricordi ingombranti e paragoni azzardati (come quella volta che arrivarono in sala Morricone e Leone), ma quella che c’è ancora da scrivere in un momento così sfidante per il cinema e per la fruizione della sala. Servono energie nuove, serve una direzione che coinvolga generazioni più giovani, con le parole di Alberto Moravia – altro grande frequentatore del Filmstudio – in testa: «Se questo posto dovesse chiudere, dovrò trasferirmi a Parigi. Non vi sono alternative». Non serve andare in Francia, perché adesso è aperto. Facciamone buon uso.

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