VENEZIA – Circondati e ormai perduti in timeline zeppe di scatti e selfie inutili, spesso si perdono di vista le immagini che veramente contano, magari unicamente perché compiono un giro diverso dal solito o perché sono in una lingua – il francese – lontana da inglese o italiano abituali. Così, può accadere che un attore come Jean Dujardin posti sul suo profilo Instagram un accurato reportage fotografico dal set del nuovo film di Roman Polanski, J’accuse (in Italia sarà L’ufficiale e la spia, in sala per 01) e la notizia rimanga ai margini del web. Eppure il titolo è uno dei più attesi della prossima stagione e sarà alla Mostra di Venezia.
Ma andiamo con ordine: cos’è J’accuse? Come intuirete, il ventiduesimo film del regista polacco è centrato sull’Affare Dreyfus, ovvero lo scandalo che sconvolse la Francia nell’ultimo decennio dell’Ottocento quando Alfred Dreyfus, capitano di origine ebraica dell’Esercito francese, venne accusato di aver dato informazioni all’Impero tedesco. Dopo il processo, Dreyfus fu condannato alla deportazione a vita sull’Isola del Diavolo nella Guyana. Émile Zola si schierò a favore dell’ufficiale tramite un articolo, titolato proprio «J’accuse…!», per cui lo scrittore venne condannato a un anno di carcere e a tremila franchi di ammenda per vilipendio delle forze armate.
La situazione si risolse anni dopo, nel 1906, quando Émile Zola era già morto da quasi quattro anni, e la corte di cassazione revocò la sentenza con cui Dreyfus era stato accusato. In J’accuse, Dujardin sarà Georges Picquart, un ufficiale che nel 1896 riaprì l’Affare Dreyfus, convinto dell’innocenza dell’uomo contro tutto e tutti. Nel cast anche Emmanuelle Seigner che interpreterà invece Pauline Romazzotti, amante di Picquart e con un ruolo centrale all’interno della vicenda.
Dalle immagini postate da Dujardin, Polanski, nonostante gli ottantacinque anni compiuti lo scorso agosto, appare piuttosto in forma, tanto che è lo stesso attore in un post a definirlo: «Infatigable». Il film arriva a due anni dal precedente Quello che non so di lei ed è destinato a sollevare un vespaio di polemiche visto che nella società francese l’affare Dreyfus rappresenta da sempre uno snodo cruciale. Ovviamente non è la prima volta che il caso diventa cinema: l’ultima volta fu nel 1995 con L’affaire Dreyfus di Yves Boisset. Ma questa rischia di essere davvero un’altra storia.
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