MILANO – Dieci anni dopo il bellissimo esordio di Dieci inverni, Valerio Mieli ritorna con Ricordi? – in sala dal 21 marzo – e anche questa volta racconta una storia d’amore, utilizzando però uno stile, uno sguardo, un approccio completamente differenti. Questo secondo lungometraggio è obliquo, sghembo, asimmetrico, frastagliato di ellissi e contrasti e sembra guardare al cinema di maestri come Andrej Tarkovskij (Lo specchio) e Terrence Malick (To The Wonder). La confidenza con cui il regista riesce a esplorare le zone d’ombra emotive di due ragazzi alle prese con l’amore, però, è la stessa dell’opera precedente. Lui è Luca Marinelli, professore universitario ombroso e malinconico. Lei la rivelazione Linda Caridi (Antonia., Mamma + mamma) ed è l’esatto opposto, docente del liceo solare e ottimista che vuole guardarsi indietro il meno possibile.
Il loro legame sentimentale è un puzzle da comporre utilizzando frammenti di memoria, con immagini suggestive e allegoriche che fluttuano nel corso del tempo. «Rispetto a Dieci inverni, in Ricordi? emergono temi più universali: il tempo, la memoria, il cambiamento. Passato, presente e futuro si confondono», spiega Mieli. «Il primo film era un’indagine dall’esterno, e sembrava che lo spettatore si dovesse come affacciare da alcune finestre per vedere a che punto della storia erano i due protagonisti. Questo film, invece, immerge all’interno della storia e ha richiesto uno stile di regia diverso proprio per trasmettere la soggettiva dell’emozione», conclude.
L’impossibilità di vivere nella stessa maniera il rapporto di coppia, nonostante l’illusoria coincidenza del momentaneo sentimento, quelle irrazionali alchimie che alimentano gli interrogativi e le briciole che seguono una rottura sembrano essere l’origine del punto di domanda presente nel titolo, che dopo la visione del film non risulta più un originale vezzo ma acquisisce un significato necessario.
Ed è la stessa forma del punto di domanda, curva e rientrante, quella più vicina a poter rappresentare la mappa interiore, fatta di strade impervie e percorsi tortuosi, di molteplici emozioni che talvolta si esprimono nei confronti di una persona, e che irragionevolmente coesistono. Ricordi? riesce nell’impresa di tradurre questa intera gamma di stati d’animo in immagini, e conferma lo straordinario talento, sensibile e visionario, di un autore di cui il nostro cinema ha bisogno per offrire una struggente alternativa ai “manuali d’amore” e alle “regole per farla (o farlo) innamorare”.
- Qui potete vedere il trailer di Ricordi?:
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