CANNES – No, non c’è alcun dubbio: il momento più atteso di questo festival lo ha regalato proprio lui, che per la sua nona pellicola, C’era una volta a… Hollywood, ha portato l’A-List d’oltreoceano a Cannes rianimando il tappeto rosso grazie a due assi come Leonardo DiCaprio e Brad Pitt e facendo un’entrata decisamente importante al Grand Théâtre Lumière. Così, nel giorno del venticinquesimo anniversario della Palma d’oro a Pulp Fiction, era il 22 maggio 1994, dopo aver chiesto ai giornalisti di evitare spoiler sul finale, Tarantino ha cominciato a raccontare la genesi di un film a cui ha cominciato a pensare molto tempo fa.
Quentin Tarantino's glorious entrance in the Grand Théâtre Lumière for the world premiere of his movie ONCE UPON A TIME… IN HOLLYWOOD!#Cannes2019 #CannesMoments OnceUponATimeInHollywood pic.twitter.com/tJiMxP3AYH
— Festival de Cannes (@Festival_Cannes) May 22, 2019
IL NUMERO NOVE «Non mi sono reso conto di essere scivolato nell’autocitazionismo, spero si tratti di una summa delle influenze dei lavori precedenti che continuano a riaffiorare. Il primo a leggere il copione di C’era una volta a… Hollywood è stato il mio primo assistente alla regia, che è dovuto venire a casa mia perché non ho lasciato che lo script circolasse. Si è seduto vicino alla piscina e dopo un po’ è tornato dicendo: “Cavolo Quentin, questo numero nove sembra sia il risultato di tutti gli otto film precedenti messi insieme”. Fino a quel momento non me n’ero accorto».

IL PASSATO «Ciò che continua ad esercitare un fascino incredibile verso gli anni Sessanta e quel periodo storico credo sia il concetto d’inafferrabilità che si portano dietro. I divi erano divi, erano lontani, misteriosi. Li vedevi al cinema e poi basta. E più restano oscuri e distanti e più generano mistero e curiosità. Se però oggi qualcuno mi chiede in che epoca vorrei vivere rispondo sempre: “Una qualsiasi, basta che sia prima dell’avvento dei cellulari”».

RICK E LEO «Ad un certo punto delle riprese di C’era una volta a… Hollywood ho pensato davvero che Rick Dalton, l’attore interpretato da Leo (DiCaprio, nda), avrebbe potuto interpretare magnificamente La grande fuga. Probabilmente non sarebbe stato bravo come Steve McQueen, che poi è stato consacrato proprio da quel ruolo, ma mi sono chiesto se avesse potuto arrivare tanto in alto».
IO & SERGIO CORBUCCI «Nessun mistero: Corbucci rimane uno dei miei registi preferiti e, come detto, in Django Unchained mi sono molto ispirato al suo lavoro, proprio perché lo considero un maestro. Così in questo film ho deciso di farlo apparire anche se l’atteggiamento di Rick nei suoi confronti spiega chiaramente come mai ci sia stata solo un’esperienza sul set insieme. Polanski? L’ho incontrato solo un paio di volte, ma ho amato alla follia Rosemary’s Baby. Ha definito un’epoca con quel film».

IL MATRIMONIO «Sei mesi fa mi sono sposato e adesso mi sembra di vivere nel bel mezzo del periodo più rivoluzionario della mia esistenza. Per me è il primo matrimonio e ora conosco il motivo: era lei che aspettavo, la donna perfetta per me (Daniela Pick, nda). L’apparizione di Lorenza Izzo nel film? Ci siamo conosciuti perché sono amico di suo marito, Eli Roth, ma ha voluto fare il provino come gli altri e non solo ha imparato il dialogo in italiano ma anche un’altra ventina di frasi in lingua che le sarebbero potute servire per improvvisare il ruolo di Francesca Capucci. Ha un temperamento divertente, mi ha ricordato le dive delle pellicole italiane dell’epoca…».
- Qui il secondo trailer italiano di C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, che in Italia vedremo solo il 19 settembre:
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