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L’ordine naturale dei sogni | Ricky Gervais, Bowie e quando il rock indica un altro futuro

Gli anni ’70, Cum On Feel The Noize, Ralph Fiennes, la provincia. Perché recuperarlo in streaming

L'ordine naturale dei sogni
Tom Hughes è Bruce Pearson ne L'ordine naturale dei sogni.

MILANO – No, i film da regista di Ricky Gervais – comico e attore inglese, molto più celebre in Inghilterra e Stati Uniti che in Italia, famoso per i suoi speech al Golden Globe – non hanno ottenuto l’attenzione che meriterebbero, mai. Ma se l’esordio de Il Primo dei Bugiardi peccava di un eccesso di ambizione, la seconda prova intitolata L’ordine naturale dei sogni, scritta e diretta insieme al sodale Stephen Merchant (insieme hanno creato il cult The Office, oltre a Extras e Life’s Too Short), è un sentito affresco dell’Inghilterra di provincia degli anni Settanta, oggi in streaming su Prime Video e Apple TV+ dopo essersi perso per anni. Cos’è? Una storia vissuta da tre ragazzi che si stanno per avvicinare all’età adulta e sognano di fuggire dall’unico destino che può offrire la loro Cemetery Junction, paesino industriale vicino a Reading: quello di operaio, ovvero lo stesso lavoro svolto dai loro padri.

L'ordine naturale dei sogni
I tre protagonisti de L’ordine naturale dei sogni.

Per il candido Freddie, il buffo Snork e l’insofferente Bruce (Tom Hughes, faccia da cinema puro) la scoperta del rock – parallela a quella della possibilità di un sentimento nei confronti di una creatura femminile – aprirà i loro orizzonti mentali e intellettuali. Cercheranno così di prendere le distanze dalle famiglie, ma anche da una condizione lavorativa che non permette loro di affermare le proprie inclinazioni e le proprie legittime ambizioni. Il punto di forza della pellicola? La sincerità con cui Gervais e Merchant ritraggono i personaggi e la noia quotidiana di una realtà avara di sorprese: in questo senso, il rock è uno squarcio nel buio che permette di far intravedere un altro mondo, che può essere soltanto immaginato, ma che ha sembianze stravaganti, libere, anticonformiste.

Felicity Jones e Christian Cooke in una scena del film.

Le stesse sembianze che si possono formare nella mente ascoltando le note potenti e ribelli di brani come Saturday Night’s Alright (For Fighting) di Elton John, Amazona dei Roxy Music, All The Young Dudes di David Bowie, per arrivare fino ai titoli di coda con i sette emozionanti – fondamentali, sempre – minuti di The Rain Song dei Led Zeppelin. L’ordine naturale dei sogni ha poi il merito di aver lanciato la carriera dell’incantevole Felicity Jones, che tre anni più tardi sarà candidata all’Oscar per La teoria del tutto: qui è la classica ragazza benestante, acqua e sapone, che farà innamorare il giovane Freddie (il simpatico Christian Cooke), dandogli così il coraggio e la forza emotiva per emanciparsi e correre verso un futuro. Altrove.

Matthew Goode in un altro momento del film.

Ma non è l’unico volto noto di un cast di primissima fascia (c’è anche lo stesso Gervais, padre operaio) perché i suoi genitori sono interpretati da un tirannico Ralph Fiennes e da una dolente Emily Watson, mentre il capo e collega di Freddie è un ambiguo Matthew Goode, attore britannico fascinoso e incisivo, poco chiacchierato ma subito riconoscibile dallo spettatore più attento: era il ricco fidanzato di Scarlett Johansson in Match Point, il compagno pianto da Colin Firth in A Single Man, ma soprattutto il secondo marito di Lady Mary Crowley in Downton Abbey. Motivo in più per (ri)scoprire un grande film. Se amate il cinema e amate il rock, questo è il film perfetto per voi. Alzate il volume

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VIDEO | Qui il trailer originale del film: 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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