ROMA – C’è chi (come chi scrive) deve ancora fare pace con il fatto che, dopo sei stagioni, BoJack Horseman sia arrivata a una conclusione. Niente più Hollywoo(d), niente più sfacciato ottimismo di Mr. Peanutbutter o telefonate di Princess Carolyn, niente più monologhi di Diane o idee strampalate di Todd. Ma sopratutto niente più BoJack, ex stella del piccolo schermo e (anti)eroe di una storia profondissima capace di parlare di malattie mentali, traumi ed errori mentre riusciva a strapparci risate sincere grazie a una serie di personaggi e situazioni immaginate da Raphael Bob-Waksberg. Il creatore e showrunner della serie Netflix che oggi torna con una nuova creazione: Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata.

Non una serie ma un libro – edito da Einaudi – con cui debutta come scrittore. E l’esordio è di quelli che contano. Diciotto tra racconti, elenchi, vignette, cataloghi che parlano di amore, relazioni finite o mai iniziate, rotture, bugie, riconciliazioni, guide e regole. Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata è un libro sorprendente in cui si intrecciano ironia e intelligenza, malinconia e immaginazione. Vi ritroverete a leggere dei preparatevi per un matrimonio in una società governata da riti pagani, tra la scelta dell’Uovo Promesso e caproni scannati per non far infuriare il Dio della Pietra; di un uomo e una donna che saltano le rispettive fermate della metro in attesa dell’occasione giusta per parlarsi; di elenchi puntati di tutte le bugie che (ci) raccontiamo o di Rufus, un cagnolino che racconta l’amore per il suo MostrUomo.

Dentro a Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata ritroverete il tono di BoJack Horseman e Undone – altra bellissima serie animata ideata da Bob-Waksberg – in cui il dolore e la gioia si mischiano al grottesco e alla fantasia. Ma c’è anche tanto divertimento in questo libro. Nelle storie raccontate e nella percezione che il lettore ha del suo autore che ha scelto di parlare di amore con la stessa libertà stilistica che l’animazione di Lisa Hanawalt ha dato a BoJack Horseman o il rotoscope ad Undone. Un libro che ci ha fatto pensare a David Foster Wallace, non tanto per lo stile quanto per quella libertà di scrivere e immaginare storie così vicine a noi ma come se le leggessimo per la prima volta.
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