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Polpette | Bill Murray, Ivan Reitman e un’opera prima da (ri)scoprire

La regia “mancata” di John Landis, il legame con Animal House: dietro le quinte di un cult assoluto

Polpette | Bill Murray, Ivan Reitman e un'opera prima da (ri)scoprire
Polpette: Bill Murray, Ivan Reitman e un'opera prima da (ri)scoprire

MILANO – Perché proprio Polpette? In quaranta e più anni nessuno di chi vi ha preso parte ha mai provato a spiegare la ratio dietro all’originale titolo. Sembra che in America si dà a qualcuno del Polpetta/Meatball per definirlo genericamente – e non in senso dispregiativo – come sciocco/stupido ma anche piccolo/bimbo. E del resto è proprio “Polpette” il nomignolo che gli animatori del campo “Stella del Nord” danno alle loro giovanissime nuove reclute. Che fosse un vezzo artistico o un’ode tra le righe alla pietanza omonima, Polpette fece la storia del cinema segnando il cammino di due artisti eccellenti: Ivan Reitman e Bill Murray.

Una scena di Polpette
Una scena di Polpette

Nonostante prima di Polpette avesse già alle spalle due lungometraggi (Foxy Lady, Cannibal Girls) non c’era nulla che lasciasse intendere che Reitman avrebbe fatto il regista da grande. Il suo vero amore era infatti la produzione. Ruolo da lui ricoperto negli ultimi vent’anni di carriera e con cui si fece conoscere ad Hollywood: fu il produttore della seconda e terza regia di David Cronenberg. Di lì in avanti l’approdo nella cerchia della SNL – Saturday Night Live di cui produsse assieme a Matty Simmons l’oramai leggendario Animal House di John Landis.

Chris Makepeace e Bill Murray in Polpette
Chris Makepeace e Bill Murray in Polpette

Ed è qui che sentiamo odore di Polpette per la prima volta. In origine infatti era proprio Landis il regista designato dal produttore Reitman e dallo sceneggiatore (e futuro Egon Spengler ghostbusteriano) Harold Ramis. Proposta che dal canto suo Landis rispedì al mittente perché troppo impegnato nella realizzazione di The Blues Brothers, il suo capolavoro. La palla passò così a Reitman che, in assenza di alternative credibili, tornò in cabina di regia dando il via ad un percorso artistico caratterizzato da narrazioni dalla comicità brillante, incisiva e mai banale. Ad Animal House è legato indirettamente il cammino di Murray. Indeciso fino all’ultimo se accettare o meno la proposta di Reitman e Ramis.

Tripper Harrison: Il primo ruolo da protagonista per Bill Murray

Fu proprio l’ex-Bluto John Belushi a consigliargli di prendere parte a Polpette sottolineando come quello di Tripper Harrison sarebbe potuto essere il primo ruolo da protagonista assoluto. Murray scelse bene. Scelse Tripper e Polpette, ma non senza metterci del suo. A detta di Ramis infatti sembra che Reitman non avesse certezza di poter disporre del suo folle interprete non prima del terzo giorno di riprese. La versione ufficiale riporta che, per via di alcuni impegni con la SNL, firmò il contratto con la Paramount agli sgoccioli di inizio produzione. Quella ufficiosa è che, come spesso gli è capitato di fare lungo la sua carriera, dopo la firma si dissolse nel nulla…o quasi.

Bill Murray mattatore in una scena di Polpette

Una tragicomica vicenda che finì con l’aggiungere pepe e colore all’inerzia comica di un Polpette che, sullo sfondo di adolescenziali prime volte estive, dinamiche paterne irrisolte, e gag irriverenti degne di MASH, vede giganteggiare un Murray trascinante mattatore e sensazionale improvvisatore dai tempi comici praticamente perfetti. Fu in ogni caso una lavorazione memorabile. Gli abiti sgargianti di Tripper venivano proprio dall’armadio di Murray. Il meglio però lo diede Chris Makepeace. Nel pieno della lavorazione l’allora appena quindicenne interprete del tenero Rudy entrò in pubertà: dal nulla gli crebbe un accenno di baffi. Murray gli insegnò come radersi. Certo, complice l’evidente similitudine tematica con il ben più cattivo e pungente (e maturo) Animal House landisiano, non c’è da stupirsi se buona parte del retaggio pluridecennale di Polpette poggi tutto sulla luce riflessa del suo illustre predecessore.

Chris Makepeace in una scena di Polpette
Chris Makepeace in una scena di Polpette

Del resto è sempre quella la matrice autoriale in termini di sceneggiatura: Harold Ramis. E il confronto a distanza tra talenti Belushi/Murray, per quanto involontario, è pressoché inevitabile. Non soltanto ombre però. C’è molto di più che l’essere il fratello minore di Animal House. Dalla sua infatti – oltre che una schiera semi-infinita di cloni narrativi (su cui svetta il celeberrimo Wet Hot American Summer) – Polpette ha saputo concentrare al meglio le energie di Reitman, Murray, e Ramis finendo con il gettare le basi artistiche di un sodalizio comico che tra l’antimilitarismo brillante di Stripes – Un plotone di svitati e il dittico comedy-horror di Ghostbusters, darà vita e forma ad una delle pietre fondanti della cultura popolare dei nostalgici (e bellissimi) anni ottanta.

Sul set di Polpette
Sul set di Polpette

Un retaggio che si sarebbe potuto arricchire di un ulteriore tassello. Nel 1980 infatti Tom Mankiewicz – già sceneggiatore del Superman di Richard Donner – fu ingaggiato dalla Universal per scrivere un soggetto sull’Uomo Pipistrello dal più che eloquente titolo: The Batman. Per la regia di Reitman il progetto avrebbe visto Bill Murray come Bruce Wayne/Batman, Eddie Murphy come Robin, David Niven come Alfred, William Holden come Commissario Gordon, e nientemeno che David Bowie come Joker. Le scomparse di Holden e Niven a distanza di un paio di anni costrinsero Mankiewicz a svariate riscritture e la Universal a dilatare oltremisura i tempi della pre-produzione. A quel punto però Reitman e Murray si disinteressarono a The Batman preferendovi il sensazionale Ghostbusters. Gli executives della Universal fecero allora il nome di Joe Dante che a sua volta – e per fortuna di Tim Burton, Michael Keaton e Jack Nicholson – scelse Gremlins, ma quella è un’altra storia.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film:

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