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Paolo Sorrentino: «Parthenope, la scoperta di Napoli, John Cheever, il trauma, la vita…»

Il mito di Partenope, Gary Oldman e Celeste Dalla Porta, la città. Il regista racconta il film

Paolo Sorrentino racconta il suo nuovo film Parthenope, in concorso a Cannes 77
Paolo Sorrentino racconta il suo nuovo film Parthenope, in concorso a Cannes 77

CANNES – Una città aperta sul mare, di grande vitalità, tra colori e suoni. Così Paolo Sorrentino aveva voluto mostrare la culla della sua infanzia in un film che – si sa – era autobiografico, È stata la mano di Dio. Sotto il filtro della leggenda della sirena, divenuta divinità napoletana, con la nuova pellicola in concorso a Cannes, Parthenope, il regista estende questo desiderio di mostrarla. E così ecco il destino di questa figura tutelare della città, legato a quello di Napoli, che rimanda ad amori veri e indicibili, e suggerisce tutta la gamma dei sentimenti provati da Partenope, la protagonista del film di cui seguiamo il viaggio dagli anni Cinquanta ai giorni nostri. Nel cast, Celeste Dalla Porta – debuttante assoluta, uscita dal CSC e destinata a futuro radioso – e poi Isabella Ferrari, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri e Stefania Sandrelli. Ecco come ha spiegato la genesi del film il regista durante l’incontro con la stampa sulla Croisette.

Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino, in concorso a Cannes 77
Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli in una scena di Parthenope.

PARTHENOPE – «Nella prima parte del film, da giovane, Partenope coincide con la città, Partenope è Napoli. Ci sono due misteri e loro sono due misteri diversi. Nella seconda parte del film invece il suo sguardo diventa più critico, diventa disincantata e disillusa, come accade spesso quando si diventa adulti o semplicemente si cresce. È una donna libera, Partenope, molto spontanea. Lei non giudica come invece sa fare molto bene la città, Napoli, che sa essere sempre giudicante. Partenope è lo specchio della Napoli in cui sono cresciuto e il film è, un po’, il matrimonio, tra la bellezza della donna e la bellezza della città. C’è una coincidenza, infatti, tra il personaggio e la città. Il personaggio prende il nome dalla città: Partenope è l’antico nome di Napoli».

Paolo Sorrentino e Daria D'Antonio durante la lavorazione di Parthenope
Paolo Sorrentino e Daria D’Antonio, direttrice della fotografia, sul set di Parthenope

IL TRAUMA – «Mi sento molto vicino a Partenope, per alcuni aspetti, per la possibilità di vedere, aspetti che la trasformano in un’antropologa che guarda il mondo. Qualcosa che ha a che fare molto con il mio lavoro di regista. Sento con lei una grande affinità, sento che condividiamo cose per quanto riguarda le relazioni. Penso che il trauma sia vita, sia un sinonimo di vita. Lei non ha subito un trauma specifico al di là dell’aspetto della morte del fratello, ma se volessimo provare a riassumere, direi che la vita è piena di traumi e la colpa è della vita in sé. Celeste Dalla Porta? Cercavo un’attrice che fosse credibile sia a diciotto anni che a trentacinque, lei era perfetta».

Celeste Dalla Porta sul set
Celeste Dalla Porta sul set di Parthenope

LA LIBERTA – «No, non penso che Parthenope sia un film sulla maledizione della bellezza. È una donna che nasce in una condizione perfetta per essere libera. È nata in una città libera caratterizzata dalla mancanza di giudizio. Non è affatto un giudizio e lei ha tutte le condizioni favorevoli per portare avanti la sua lotta per la libertà. Una lotta che risale a molto tempo fa visto che non abbiamo smesso di lottare per la libertà al giorno d’oggi. Ci sono somiglianze tra la lotta per la libertà di allora e quella di oggi».

Gary Oldman in una scena di Parthenope
Gary Oldman in una scena di Parthenope

JOHN & GARY – «Gary Oldman interpreta il ruolo di uno scrittore ispirato alla figura di John Cheever, autore che amo e di cui ho letto i diari e ho preso alcune cose (il libro si chiama Una specie di solitudine, nda). Gary conosceva bene Cheever, al punto che è stato proprio lui a dirmi che aveva trovato su YouTube un’intervista perfetta per preparare il ruolo. Quella è stata la preparazione del personaggio. Gary è uno dei migliori attori al mondo, può interpretare chiunque…».

NAPOLI – «Uno scrittore napoletano come Raffaele La Capria una volta ha detto che Napoli è una città dove si vive un sentimento di vacanza permanente. È un posto bellissimo per una certa fase della vita, ma poi questa fase potrebbe diventare meno determinante e meno importante quando si cresce. Come molti napoletani, anche io sono tra quelli che costantemente ritornano e fuggono. Il mio interesse per la mia città è arrivato tardi. Quando ci vivevo, da giovane, non davo troppa importanza al fatto di crescere in una città straordinaria. L’ho scoperto quando sono tornato a girare i miei film da adulto…».

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