MILANO – In fondo, osservando la sua filmografia, il viaggio non poteva che condurre qui, e il suo arabesco geografico, tra Nuova Zelanda e McFarland, doveva per forza transitare dalla Cina: Niki Caro sorride mentre ripensa al passato, ricorda i primi anni in Nuova Zelanda, la fatica, il primo corto, poi la rivelazione nel 2002 (ricordate La ragazza delle balene?) e una carriera unica, tra alti e bassi. «Diciamo che se oggi ripenso all’inizio mi sembra impossibile essere arrivata fino a qui», annuisce seduta in un angolo dell’Orfeo, il cinema di Milano in cui sta presentando in anteprima Mulan, il live action del cartoon del 1998 in uscita il 26 marzo sulla scia degli ultimi successi di Aladdin (1 miliardo di dollari al botteghino) e Il Re Leone (1 miliardo e 650 milioni).

IL FILM – «Qualcuno potrebbe pensare che girare un film d’azione per una donna è una cosa strana. Niente di più falso. Stare sul set tra centinaia di comparse e muovermi liberamente con la camera è stata la cosa più naturale del mondo, sebbene non lo avessi mai fatto prima. Nella costruzione del personaggio di Mulan l’azione fa parte integrante delle sue origini, della sua storia, è anche parte della sua anima: lei è veramente una dura, una tosta, non finge mai».

MULAN & LIU – «Trovare Mulan? Non è stato facile. Siamo stati in Cina per mesi per riuscire a trovarla e non ci siamo riusciti, così siamo ritornati di nuovo e abbiamo finalmente trovato Liu Yifei, che si è dimostrata la persona adatta. Per me era impensabile iniziare a girare un film del genere senza essere sicura dell’attrice protagonista, probabilmente non lo avrei mai fatto. Liu ha un talento enorme: era già molto abile con la spada e nelle arti marziali e, oltre a essere un’ottima cavallerizza, ha anche una bellissima voce. Diciamo che era nata per diventare Mulan».

L’ORIGINALE E MUSHU – «La prima volta che ho visto Mulan? Un po’ di anni dopo l’uscita al cinema, ricordo che lo recuperai in televisione con le mie bambine. Quel cartoon è un pezzo di storia Disney a cui personalmente sono molto legata e che rispetto molto. Proprio per questo ho deciso di non portare il piccolo Mushu nel live-action: era un personaggio talmente perfetto che avrei davvero rischiato di rovinarlo. Così ho preferito non inserirlo e costruire un altro tipo di vicenda».

APPROPRIAZIONE CULTURALE? – «Mulan nasce da un antico racconto cinese, una storia tramandata di generazione in generazione che tutti i bambini cinesi conoscono. Per questo motivo ho sentito molto forte la responsabilità culturale. Ho voluto fare ricerche approfondite prima di girare per assicurare la massima specificità culturale e il rispetto verso la storia. La cosa affascinante però è che nonostante la sua specificità culturale, Mulan contiene un messaggio universale: la devozione verso la famiglia, una cosa che qui in Italia credo comprendete molto bene».
- Qui il trailer italiano di Mulan:
Lascia un Commento