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Il traguardo storico di MJ Rodriguez e la vittoria della comunità LGBTQ+

Non bastava Pose ad aver segnato un precedente nella serialità, con l’attrice si fa la storia

mj rodriguez
MJ Rodriguez ha fatto la storia ai Golden Globe

MILANO – Per chi conosce Hollywood e il mondo del cinema, quello classico, prima della rivoluzione culturale e sessuale degli anni Sessanta, non sarà certo una novità, ma la componente trans* tra attori e attrici, soprattutto quella sotto i riflettori delle grandi star, è sempre stata molto esigua. Non potevi certo diventare un’icona di stile, un’idolo di generazioni o l’oggetto del desiderio del pubblico se facevi parte di quel gruppo che la società reputava contro natura. Però i tempi sono decisamente cambiati e anche solo rispetto a una decina d’anni fa, la rappresentazione di personaggi interpretati da attori transessuali ha cambiato le carte in tavola. E oggi, nel 2022, se il tuo nome è MJ Rodriguez, hai fatto la storia.

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Mj Rodriguez è Blana Evangelista in Pose

Lasciamo da parte le polemiche che hanno circondato una delle prime notti di premi dell’anno, quella dei Golden Globe, in cui pubblico e addetti ai lavori gridavano al boicottaggio per la mancata diretta televisiva e streaming. Tra una cerimonia privata e i vincitori annunciati inconsuetamente solo via social, una forte luce ha iniziato a splendere dal Beverly Hilton Hotel: Michaela Antonia Jaé Rodriguez è la prima donna transgender ad aggiudicarsi il Golden Globe nella storia del premio. Miglior Attrice per il ruolo di Blanca Evangelista nella serie Netflix Pose. Serie che, allo stesso modo, è già diventata iconica per le scelte rivoluzionarie di storia e casting, raccogliendo un record di visualizzazioni e di riconoscimenti da parte della comunità LGBTQ+. Forse quella ragazzina partita dalla città di Newark, in New Jersey, non avrebbe mai immaginato di arrivare a un riconoscimento così importante.

La reazione di MJ Rodriguez alla vittoria su Instagram

La sua carriera conta per ora pochi titoli, ma decisamente azzeccati. Qualche spettacolo teatrale, la performance in Tick, Tick… Boom! e il documentario Disclosure – un racconto della comunità transessuale a Hollywood realizzato da Sam Feder. Tutto però è stato messo in ombra dalle tre stagioni di Pose, che è stata definita una delle migliori rappresentazioni queer degli ultimi anni. E anche un piccolo capolavoro. La cultura del ballo che interessò la comunità negli anni Ottanta, New York, letteratura e attivismo fanno della serie un’esplosione di colori, musica, realtà ed emozioni che hanno richiamato un meritato successo e una vera e propria rivoluzione nella scrittura da parte di artisti queer. Regine del piccolo schermo che hanno dato un altro significato alla storia della comunità. La vittoria di MJ Rodriguez non era per niente scontata, anzi, fino a qualche anno fa sarebbe stato ancora impensabile.

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MJ Rodriguez in una scena di Pose

Non a caso, già le sue nomination – non solo ai Golden Globe, ma anche agli Emmy – erano state considerate un primato. E proprio per questo il premio segna un precedente che sarà difficile ignorare o dimenticare. Se c’è qualcosa che le vecchie abitudini, e una parte più conservatrice di giurati non possono contrastare, è il tempo, e il ricambio generazionale, culturale e di valori che stiamo vivendo ne è la riprova. È un cambiamento epocale quello che sta attraversando la comunità queer a Hollywood, che ingloba al suo interno anche altri temi più grandi tra cui estrazione sociale, provenienza ed etnia – per cui forse è il caso di sottolineare come, in tutto e per tutto, MJ Rodriguez sia la prima donna transgender latina di colore a vincere nella storia dei Golden Globe. Passo dopo passo, si amplia l’orizzonte dei media tradizionali e solo una cosa possiamo dire a queste regine: grazie.

  • L’Opinione | Voguing e identità: Perché Pose è una serie rivoluzionaria
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Qui il trailer della terza stagione di Pose:

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