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Marco Bellocchio: «Io, il viaggio de Il traditore e la mia prima serie a ottant’anni»

Dalla politica a Mastroianni pensando all’Oscar: alla Reggia di Caserta con il regista

Marco Bellocchio con il direttore di Hot Corn, Andrea Morandi a Caserta.

CASERTA – Il viaggio è lungo e parte da lontano, da un’epoca in cui il cinema era considerato sacro e la politica ancora una cosa seria. Così, più che un semplice incontro, quello con Marco Bellocchio alla Reggia di Caserta – organizzato dall’Università Vanvitelli e Cineventi in collaborazione con noi di Hot Corn –  è stata una lezione di cinema capace di attraversare decenni e miti, abitudini e politica fino ad arrivare al futuro con Esterno, Notte, nuova serie che comincerà a girare nel 2020: «Sarà la mia prima serie, a dimostrazione che anche a ottant’anni compiuti c’è ancora il tempo per una prima volta», ha spiegato il regista al direttore di Hot Corn, Andrea Morandi.

Marco Bellocchio durante l’incontro alla Reggia di Caserta.

ESTERNO, NOTTE – «L’idea per la serie? Mi è venuta guardando una vecchia fotografia di Aldo Moro in spiaggia, a Maccarese, in una colonia assieme a decine di bambini. Esterno, Notte sarà composta da sei puntate in cui cercherò di raccontare il caso Moro dal punto di vista di alcuni osservatori speciali, che per certi versi rimasero al margine del dramma: da Papa Paolo VI, che si impegnò in prima persona per liberarlo, fino ai suoi familiari».

Marco Bellocchio al suo arrivo alla Reggia.

L’OSCAR – «Non voglio dire molto per scaramanzia, ma sono contento di aver fatto tutto il possibile. Siamo stati a Toronto, a New York, a San Francisco, a Los Angeles, abbiamo presentato e spiegato il film con Pierfrancesco (Favino, nda), lo abbiamo accompagnato davvero ovunque. Adesso posso dire di non avere rimpianti e ho capito che promuovere in quel modo un film è praticamente un altro lavoro. Accada quel che accada, è il momento di pensare ai prossimi progetti».

Bellocchio durante un altro momento dell’incontro.

GLI ATTORI – «Ho avuto la fortuna di lavorare con grandissimi attori durante la mia carriera. Penso a Gianmaria Volonté, con cui girati Sbatti il mostro in prima pagina: arrivai a film cominciato, a causa di una lite tra Gianmaria e il regista precedente, e trovai un attore molto attento, che ascoltò la mia idea di cinema. Poi devo citare Marcello Mastroianni, con cui feci Enrico IV: una naturalezza incredibile, gli bastava poco ed entrava nel personaggio».

Ancora Bellocchio al suo arrivo.

IL CINEMA – «Che spettatore sono? Piuttosto curioso, continuo ad andare al cinema nel mio quartiere di Roma appena posso. Di recente ho visto L’ufficiale e la spia di Polanski, molto bello ma anche molto classico. Mi ha sorpreso Parasite, che mi aspettavo diverso e che alla fine mi è rimasto in testa».

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