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Marco Bellocchio: «Il mio Buscetta? Volevo mostrare la teatralità del personaggio»

Il regista torna a Cannes (in Concorso) con Il Traditore raccontando vent’anni di vita del pentito

Marco Bellocchio sul red carpet de Il Traditore

CANNES – Unico italiano in concorso, Marco Bellocchio torna al Festival di Cannes dopo Fai Bei Sogni  – era il 2016 – con Il Traditore, dipinto a tinte forti che racconta vent’anni di vita di Tommaso Buscetta, il pentito che ha smantellato Cosa Nostra con le sue confessioni. Nel film gli presta il volto Pierfrancesco Favino. Dopo tre anni di lavoro e riprese da una parte all’altra del mondo, la pellicola è arrivata in sala, tra aspettative alte e qualche polemica, subito liquidata da Pierfrancesco Favino (ve lo abbiamo raccontato qui). «Un film in due ore e mezzo deve fare una sintesi estrema», afferma Bellocchio, «Così ho cercato di intuire le scene strategiche per la storia, lavorandoci a lungo con gli sceneggiatori».

Marco Bellocchio e il cast de Il Traditore sul red carpet di Cannes

IL PROGETTO «Il film? Di Buschetta sapevo solo quello che avevo letto sui giornali, così ho iniziato a documentarmi, a leggere libri e incontrare chi lo conoscesse, da lì ho imbastito un soggetto che mi sono convinto ad accettare, dopo aver studiato il personaggio. Insomma,della storia ce ne siamo impadroniti pian piano».

Pierfrancesco Favino e Marco Bellocchio sil set de Il Traditore

EROE? MAI «Ho cercato di mostrare un personaggio che a mio avviso non è un eroe ma un uomo coraggioso. Il coraggio – forse perché non ne ho tanto – è una qualità che ammiro. E lui rischia la vita ma la difende anche perché non vuole esser ucciso senza ragione. Protegge la famiglia e una sua tradizione, è traditore sì, ma conservatore, non è uno che pensa di cambiare il mondo, piuttosto cerca di difendere il suo passato. Vuole tornare a Palermo anche se sa che non non può…»

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IL MALE «Buscetta era ignorante e non se ne vergognava, non leggeva, a differenza di mafiosi che si sono dati alla filosofia. Insomma amava la vita, in questo è molto italiano, e tradiva la moglie pur volendole bene, aveva un carisma che attraeva chiunque. Un giornalista mi ha detto che il finale lo ha rassicurato, perché durante la visione del film si era affezionato al personaggio in modo imbarazzante».

Una scena de Il Traditore

LE PRESSIONI «La preoccupazione è stata di non fare un film convenzionale, volevo che fosse popolare per la sua semplicità. Ho rappresentato tutti i delitti, ma in modo sbrigativo, eppure si vede comunque la teatralità: i mafiosi volevano che il maxiprocesso fallisse. Durante il confronto in aula Buscetta e Pippo Calò (il cassiere di Cosa Nostra, condannato a due ergastoli ndr.) sono come due attori che recitano tragicamente ruoli diversi».

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Qui potete vedere il trailer de Il Traditore:

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