in

Mai Raramente A Volte Sempre | Due adolescenti, un aborto e quel film..

Il film di Eliza Hittman? La cronaca di una decisione, il ritratto di un femminile sincero ed intimo

mai raramente a volte sempre
Sidney Flanigan in una scena di Mai raramente a volte sempre.

MILANO – Never Rarely Sometimes Always. Ovvero: Mai Raramente A volte Sempre. Le quattro caselle del questionario a cui ogni ragazza o donna, prima o poi nella sua vita, si è ritrovata a dover rispondere. Succede anche ad Autumn (interpretata da Sidney Flanigan), la protagonista del film di Eliza Hittman – lo trovate in streaming su Prime Video, Rakuten e Apple TV+ -, adolescente di una cittadina della Pennsylvania rimasta incinta. Ma lei quel bambino non lo vuole e con la cugina Skyler (Talia Ryder), con cui dopo la scuola lavora come cassiera in un supermercato, decide di andare a New York in autobus per abortire, dato che nel suo Stato l’interruzione di gravidanza è vietata per i minori non accompagnati.

Il viaggio delle due protagoniste.

Mai Raramente A Volte Sempre, presentato al Sundance e vincitore dell’Orso d’Argento, gran premio della giuria alla Berlinale, è un film che in pochi anni è stato dimenticato, ma che ha una potenza narrativa e simbolica straordinaria. Mentre in Italia la pillola RU486 due anni fa è tornata ad essere disponibile in day hospital in (quasi) tutto il Paese tutelando i principi alla base della legge 194, in America invece gli evnti post-Coronavirus hanno fatto declassare l’aborto a procedura non essenziale, facendo così ritardare tutte le interruzioni di gravidanza già pianificate. Un dramma per moltissime donne che, dati alla mano, in Italia come nel resto del mondo spesso faticano ad abortire – atto di per sé già drammatico – a causa dell’ostracismo incontrato nell’iter medico.

 Mai raramente a volte sempre
Una scena di Mai raramente a volte sempre

Il terzo lungometraggio della Hittman – dopo I Felt Like Love e Beach Rats – è un viaggio nel girone infernale della burocrazia dell’aborto. Autumn ha preso la sua scelta, per se stessa, per il suo corpo, per il suo futuro. Eppure compierla sarà una piccola odissea umana, tra la fatica per racimolare i soldi necessari per il viaggio e gli incontri sostenuti durante quei giorni, tra anti-abortisti e questionari che celano l’ombra di una violenza. Mai Raramente A Volte Sempre diventa quindi un film politico che parla di temi morali e di un Paese spaccato in due mentre racconta la storia di una ragazza come tante. Una ragazza che avremmo potuto essere noi spettatrici e che cerca di rivendicare il suo io in un mondo che sembra volerla schiacciare.

 Mai raramente a volte sempre
L’attesa in un’altra immagine del film

La Hittman segue le sue protagoniste da vicino, con la macchina da presa che indugia su silenzi, riflessi, dettagli realizzando un ritratto del femminile schietto ed intimo, diviso tra molestie (a scuola, in metropolitana, a lavoro…) e la voglia di vivere la propria individualità in modo libero. Un film che è la cronaca di una decisione con cui la regista segna un passo importante nella rappresentazione delle gravidanze adolescenziali e dell’aborto sul grande schermo con un realismo che si avvicina al documentario. Se Juno mostrava con uno sguardo hollywoodiano la gravidanza di un’adolescente, Mai Raramente A Volte Sempre mostra cosa significhi essere oggi una giovane donna, incinta o meno. Cercatelo e recuperatelo.

  • Dark Red, Kabul e un corto sull’emancipazione femminile

Qui potete vedere il trailer del film:

Lascia un Commento

McFarland, USA

McFarland, USA | La rivincita di Kevin Costner e quella storia di cambiamento

Il capofamiglia

Il capofamiglia | Se una donna e un pollo stanno in bilico tra l’Egitto, Kafka e la libertà