MILANO – No, non è un caso che l’American Film Institute lo abbia collocato al settantaduesimo posto nella lista dei cento migliori film statunitensi. Le ali della libertà, dramma piscologico del 1994 diretto da Frank Darabont con Morgan Freeman e Tim Robbins, è ancora un colossal profondo e delicato. Ma forse non tutti sanno che la storia dei detenuti nel carcere di Shawshank, nel Maine, è tratta da un racconto del Maestro dell’orrore, Stephen King. Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, questo è il titolo, pubblicato nella raccolta Stagioni diverse nel 1982, è un racconto in prima persona di Red – che qui è un irlandese mentre nel film è interpretato da un magistrale Morgan Freeman – a partire dal 1947, quando a Shawshank arriva Andy Dufresnee, uomo dalle mille sfaccettature condannato a due ergastoli benché innocente.
Due le travi portanti della loro storia in Le ali della libertà: la vita in carcere e l’amicizia. I giorni dietro le sbarre sono descritti nei minimi particolari, mentre pian piano cresce un profondo legame tra i due. E nonostante il titolo possa essere fuorviante, no, Rita Hayworth non è un personaggio di questa storia. Il riferimento è a un poster appeso nella cella di Andy, che l’uomo guarda con aria sognante (come dargli torto…). Un piccolo particolare di cui presto si dimentica anche Red e che per il momento simboleggia la sete di libertà, la resilienza umana e la perseveranza, tutto ciò che esiste fuori le mura del carcere. Tutto il racconto, in realtà, è dedicato alla speranza. Tra la reclusione e i loschi affari che Andy segue per conto del direttore del carcere, i due sognano di poter uscire da lì e iniziare una nuova vita, cercando il Paradiso. Questo però accadrà solo diciannove anni dopo.
La redenzione di Shawshank e de Le ali della libertà (lo trovate su NOWtv, Apple TV+ e Prime Video) è la storia di un’amicizia e la storia di una detenzione, dei soprusi e delle ingiustizie messe in atto da chi detiene il potere, ma è anche la storia di tutti quei sentimenti che non potrebbero essere più umani. La speranza per un futuro diverso che nell’oggi sembra impossibile va di pari passo con il desiderio di cambiare la propria condizione e porre fine alle vessazioni e le ingiustizie del potere. Il tutto con un unico fine da raggiungere, la libertà. La chiave che permette un giorno a Andy di evadere è proprio Rita Hayworth: dietro il poster, riesce a scavare un buco nella parete. Tempo dopo anche Red uscirà dal carcere, in libertà vigilata.
Un campo, un muro di pietra e una roccia pitturata di nero sono il ponte che lo collega ad Andy, rifugiatosi in una cittadina del Messico. È il finale di Le ali della libertà che fa la differenza. Mentre King lascia Red a fare l’autostop per raggiungere l’amico, Darabont riunisce i due su una spiaggia messicana, dopo che entrambi sono riusciti a raggiungere il Paradiso e hanno riconquistato lo status di “uomo libero”. Un segnale in più di speranza, forse, mostrare i due che riescono a raggiungere insieme la libertà tanto agognata perché, come ha dichiarato lo stesso Morgan Freeman, la storia «Si chiude come una storia d’amore».
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