MILANO – Era il 1884 quando Sarah Pardee Winchester, vedova e unica erede dell’immensa fortuna del magnate dell’industria di armi William Wirt Winchester, decise di consultare una medium. Suo marito era morto di tubercolosi e la loro unica figlia era venuta a mancare molti anni prima. Dilaniata dal dolore aveva deciso di chiedere aiuto a chi poteva operare in quella zona tra la vita e la morte interdetta ai più. Il responso fu chiaro: lasciarsi alle spalle la casa di New Haven e dirigersi a ovest, più precisamente a San Josè, California. Lì comprò una fattoria situata su centosessantuno acri dal dottor Robert Caldwell e iniziò i lavori di quella che oggi si è guadagnata il titolo di casa più infestata del mondo. La sua storia è stata raccontata dai gemelli Michael e Peter Spierig nel thriller soprannaturale La vedova Winchester.

A prestare il volto alla ricca ereditiera Helen Mirren in un film che intreccia realtà e finzione e vede Jason Clarke nel ruolo del dottor Eric Prince chiamato a valutare la sanità mentale della donna. Già perché con un patrimonio di venti milioni di dollari e il 50% delle proprietà Winchester, la donna iniziò dei lavori di costruzione della casa che iniziarono al suo arrivo in California, nel 1884, per concludersi solo il giorno della sua morte avvenuta nel 1922. Lavori eseguiti instancabilmente, sette giorni su sette, senza interruzione, ogni singolo giorno dell’anno. In oltre trent’anni, la vedova Winchester aveva speso milioni e tempo e dalle otto camere iniziali la sua casa divenne una magione di cinquecento stanze.

Ma la Winchester House non è una dimora qualunque. Tra le sei cucine e le due sale da ballo, le quaranta camere da letto e le oltre 1.200 finestre, vige la totale assenza di regole architettoniche. Scale che non portano a nulla, soffitti al posto dei pavimenti, finestre che si aprono su altre finestre, corridoi ciechi, stanze e porte murate. Ma perché la vedova Winchester aveva dato direttive simili? La leggenda che aleggia attorno a lei e alla sua dimora parla della convinzione della donna che la sua famiglia fosse maledetta da tutti gli spiriti delle persone uccide dalle armi Winchester.

La decisione di costruire la casa, dunque, era per intrappolare quelle anime in pena. Inoltre, se i lavori si fossero fermati, lei sarebbe morta. Ossessionata dal numero tredici, al punto da farlo ricorrere più volte in vari aspetti della costruzione, alla sua morte dispose la divisione del testamento in tredici parti, firmandolo per tredici volte.Il contenuto della magione fu ereditato da sua nipote, Frances Marriot, che lo mise all’asta. Per svuotare l’edificio da tutto l’arredamento ci vollero otto camion al giorno per oltre sei settimane.

La casa fu poi comprata a trasformata in un’attrazione per il pubblico ancora oggi visitabile al punto da essere inserita nella lista del National Register of Historic Places degli Stati Unit. Ma se pensate che quell’immensa magione fu l’unica abitazione bizzarra della vedova Winchester, dovrete ricredervi. Negli anni Venti la donna comprò una casa galleggiante nella baia di San Francisco. Il motivo? L’ereditiera era convinta sarebbe arrivato un secondo diluvio universale. Ma l’Arca di Sarah, come veniva chiamata, fu distrutta da un incendio nel 1929.
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