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Helen Mirren: «I fantasmi? Mai visti. Preferisco credere nel potere dell’immaginazione»

Un’ereditiera in lutto ed una villa infestata dagli spiriti: l’attrice racconta La vedova Winchester

ROMA – Nel 1884, quando Sarah Winchester, su suggerimento di una medium, dal New Haven si trasferì a San Josè, la fattoria che comprò comprendeva otto stanze. Alla sua morte, nel 1922, era una magione di cinquecento camere. In oltre trent’anni, la donna – ricchissima ereditiera in lutto dell’omonima industria di armi – aveva speso tempo e milioni per edificare la casa. Il motivo? Pacificare gli spiriti delle vittime delle carabine Winchester che, secondo lei, la perseguitavano. Parte da una storia vera il nuovo film dei fratelli Spierig, La vedova Winchester con Helen Mirren, per poi trasformarsi in un thriller soprannaturale. Guai però a definirlo un horror come ha tenuto a specificare più volte l’attrice alla conferenza stampa, dove c’era anche Hot Corn.

Helen Mirren in una scena de La vedova Winchester

LA SCELTA «Perché ho girato La vedova Winchester? Per una serie di fattori diversi: da un lato mi piace molto lavorare con giovani registi poco conosciuti perché hanno un’energia unica, dall’altro invece mi affascinava il fatto che si trattasse di un racconto che affonda le radici nella realtà. Sarah Winchester era una donna ricchissima che viveva da reclusa. Su di lei e sulla costruzione della sua casa nacquero molte voci. Una di questa era che la magione fosse infestata dagli spettri delle persone uccise dalle armi Winchester…».

IL GENERE «Horror? No, non credo sia un horror ma una ghost story. È una cosa diversa. Personalmente non amo gli horror e penso che La vedova Winchester rientri, invece, nella tradizione classica delle storie di fantasmi. Un tipo di narrazione che ritengo parte integrante dell’esperienza umana».

La Winchester House in una scena del film

LA COSTRUZIONE «Quello che rimane della casa è ancora visitabile. Un edificio straordinario nel quale ci si può perdere facilmente. L’ho trovato anche molto dolce però, perché Sarah Winchester era una donna minuta e la casa sembra quella delle bambole. Ho riflettuto molto su di lei. Credo fosse una donna con una grande energia creativa. Un personaggio interessante da provare a capire, anche se, per quanto ci abbia provato, è rimasta un mistero. Ad esempio, nella casa ci sono due pannelli con citazioni di Shakespeare. C’è un significato ma non riesci a capirlo, ti sfugge. È frustante»

I FANTASMI «No, non credo nei fantasmi. Ci crederei solo se li vedessi e, al momento, non è ancora accaduto. Credo invece nel potere enorme dell’immaginazione umana. Potrei sintetizzare dicendo che credo nel credere. Penso, inoltre, che l’uomo sia ancora all’inizio di un lungo viaggio alla scoperta della mente umana. Sono un’agnostica in attesa di informazioni…».

Ancora la Mirren nei panni di Sarah Winchester, vissuta tra il 1839 e il 1922.

LE ARMI «Molti Paesi nel mondo evoluto, come la mia Inghilterra e l’Italia, vendono armi ad altri Paesi dai governi instabili ed ai signori della guerra. Non vedo una conclusione a questa cultura e nessuna giustificazione se non il cospicuo guadagno ricavato dalle vendite. Siamo tutti responsabili. È troppo facile puntare il dito solo verso l’America, dovremmo essere tutti consapevoli di quello che succede. E lo penso tutte le volte che sento parlare di stragi o di terrorismo in Europa».

TIME’S UP «C’è da chiedersi perché ci sia voluto così tanto per un movimento femminile come Time’s Up. Il cambiamento culturale richiede tempo, magari una generazione. Bisognerebbe guardare alle cose con una prospettiva più ampia. Basti pensare al cambiamento della condizione femminile dalla Prima Guerra Mondiale ad ora. Credo sia qualcosa che ha ribollito sotto la crosta della nostra cultura per oltre cent’anni. Il vulcano ha finalmente eruttato e il magma sta fluendo. E quelli che pensano stia andando nella loro direzione farebbero meglio a scansarsi…».

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