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Paura e delirio a Los Angeles | L’emergenza Coronavirus vista dalla California

La Freeway 10 deserta, Studios e cinema chiusi: come vivono il momento gli Angelenos?

Los Angeles
Los Angeles

LOS ANGELES – D’accordo i ristoranti e i cinema chiusi, ma la vera immagine apocalittica di Los Angeles, è stata la Freeway 10 libera dal traffico all’ora di punta: abbiamo impiegato 27 minuti da Santa Monica a Downtown in pieno giorno, roba da brividi. È successo tutto così in fretta. È arrivata l’apocalisse ma fortunatamente piove: viene giù incessantemente da giorni, come non accadeva da una vita e si sa, gli Angelenos sono terrorizzati dalla pioggia, questa sconosciuta. Fino domenica scorsa i ristoranti erano gremiti, la gente preferiva addirittura sedersi al bancone, gomito a gomito con l’amico Corona, piuttosto di scegliere un tavolo in disparte, nel patio. Da lì a poche ore il sindaco avrebbe dato ordine di chiudere i locali e da lunedì mattina neppure il molo di Santa Monica sarebbe stato aperto al publico.

Il monito del Los Angeles Times.

A questo punto non siamo ancora al coprifuoco, come sta accadendo a San Francisco, ma potremmo arrivarci presto. Anche qui è iniziato il panic buying: pistole, alcol, cannabis, carta igienica e cibo i prodotti che hanno visto un grande incremento nelle vendite. Sì, pistole. Letta la notizia e viste le immagini con la gente in coda fuori dai negozi, mi sono sentita dentro una puntata di South Park, o forse in qualche vecchio western doppiato male: «E così tu saresti il corona-fottuto-virus, eh? Ho sentito parlare molto di te, ora sei spacciato amico, ti riempio di piombo, ti faccio saltare in aria le fottute cervella!». Boom.

Scherzi a parte, la triste realtà è che esiste solo una cosa peggiore di un virus potenzialmente letale: il panico che genera. La più grande paura è che qui scoppi un’insurrezione civile. Sono in tantissimi a vivere con l’assegno mensile, incapaci di mettere qualcosa da parte, o perché la famiglia ha oggettivamente troppe spese da sostenere, o perché da buoni americani, si vive secondo un sistema basato sul debito, secondo cui se guadagni 3000 al mese, allora puoi permetterti di spenderne 3500. Si è discusso molto prima di chiudere le scuole perché molte famiglie fanno affidamento sulle mense per sfamare i propri figli (!). Secondo la School Nutrition Association, circa 22 milioni di studenti americani contano sul pranzo gratuito (o scontato) offerto dalle scuole come pasto principale giornaliero.

Le indicazioni della School Nutrition Association.

Chi sicuramente non morirà di fame sono gli studenti della ricca Pepperdine University di Malibu – che proseguono le lezioni collegandosi online –  ma il cuore pulsante, e il motore di Los Angeles, è in buona parte formato dai meno abbienti, dai messicani illegali nelle cucine dei ristoranti, da gente che se non va al lavoro, poi non ha realmente da mangiare per sé o per la propria famiglia. E che dire della sterminata popolazione dei senzatetto in tutta la contea? Per loro hanno predisposto 125 stazioni di disinfettante per prevenire il Coronavirus nella città e pare stiano cercando soluzioni per ospitarli in rifugi (se pensiamo a quanti ce ne sono, buona fortuna).

Magic Johnson (qui sopra) invita alla calma e Trump dice che qui abbiamo il sistema sanitario migliore al mondo (secondo le classifiche della OMS sarebbe invece al numero 37). In realtà ci sono fin troppi cittadini senza assicurazione sanitaria e pare un’impresa anche solo riuscire a farsi i test. Meglio non pensare, troppo presto per sapere. Almeno finché non ci impediranno di uscire di casa a fare surf. Tra il freddo, la pioggia e la mareggiata dal Sud (insolita d’inverno), giorni fa ci sentivamo quasi come Rambo travestito da Kelly Slater tra le onde di Malibu. Lì era facile stare alle dovute distanze di sicurezza. È più che mai tempo per meditare, in qualsiasi condizione – direbbe il buon David Lynch – a ragione. Come Jared Leto, che dopo dodici giorni di meditazione in totale isolamento nel deserto, senza telefono o mezzi di sorta, ha appresso della pandemia all’improvviso.

Approfittarne per smettere di fumare il velenoso tabacco, come ha fatto Patricia Arquette, che su Twitter incita il pubblico a fare lo stesso. Stiamo calmi: i dispensari di cannabis di Los Angeles continuano e continueranno a rimanere aperti e se hanno subito un grande incremento di vendite è anche perché certi prodotti a base di THC sono vitali per chi è affetto da alcune malattie croniche, come epilessia e depressione. Il sindaco Eric Garcetti allevia anche le multe nelle aree residenziali, incitando così la gente a restare a casa anche durante i giorni in cui si dovrebbe spostare l’auto per lo street cleaning settimanale. Si parla anche d’impedire gli sfratti durante questi mesi. Speriamo sia vero, visto che qui gli affitti aumentano ogni singolo anno (veramente) a meno che non si viva nelle miracolose zone di rent control.

Per il resto, tutto chiuso fino a data da destinarsi: Disneyworld, gli show di Jimmy Kimmel, Jimmy Fallon, Steve Colbert. Le riprese del Batman di Robert Pattinson posticipate, per il momento, di due settimane, produzioni Universal come Jurassic World sono sospese, la programmazione del Mulan live in action è sospesa, rimandato James Bond, il 53esimo Fast & Furios (ok, il 9) e del secondo A Quiet Place. Perché Covid-19 è la grande livella, rende uniti in questo disastro, si prende il caro Tom Hanks, il monumentale Idris Elba e pure la Bond girl Olga Kurylenko. Mentre Max Brooks da Twitter posta una gag memorabile con papà Mel (vedi sopra) e Katy Perry esprime solidarietà all’Italia sui social ma posta una bandiera dell’Ungheria, mentre il Coachella lascia il posto al Quarantella Festival (l’organizza l’italiana Luana Fanelli, qui), tutti qui a Los Angeles ci chiediamo la stessa cosa, per dirla alla Tom Waits: «How’s it gonna end?».

  • Ascolta: Tom Waits – How it’s Gonna End

 

 

 

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