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La Profezia dell’Armadillo e la colonna sonora scalmanata dei Veeblefetzer

Il sound della band romana protagonista nel film tratto dalla graphic novel di Zerocalcare

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Photo Credits: Matteo Vieille.

Rebibbia, l’autobus che non passa, i sogni stropicciati nel cassetto, un armadillo parlante che ti aspetta a casa. Insomma, la vita di Zero riassunta in una riga. Almeno finché, una sera, non riceve una messaggio: la sua Camille, primo indimenticabile amore, è morta. Così, La Profezia dell’Armadillo, diretto da Emanuele Scaringi e tratto dal best seller di Zerocalcare, non solo alza l’asticella delle emozioni, ma alza anche il volume dell’elettrizzante soundtrack che accompagna le (dis)avventure di Zero e del suo amico Secco. Una colonna sonora elettrizzante, con le musiche originali di Giorgio Giampà, con quelle rock di Joe Strummer e la sua Coma Girl, con quelle vibranti di Boris Vian e Mozart Avec Nous. Nonché con quelle freak, reggae, colorate dei Veeblefetzer, protagonisti nel film con le turbolente Katabum, Love Buzz (esatto, la cover del bravo che fu prima dei Shocking Blue e poi dei Nirvana) e Monkey’s Law. Un sound globale, quello della band romana, tra fiati, chitarre, tamburi. Quasi come fosse una festa gypsy, a suonare su e giù per l’Europa, i Veeblefetzer, sono stati anche attori nel film, facendo una scalmanata comparsa in una delle scene (musicali) più divertenti del film. E, proprio di quella sequenza, abbiamo chiacchierato con Andrea ‘Mondo Cane’ Costa, capitano-frontman dei Veeblefetzer.

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Durante il live sul set de La Profezia dell’Armadillo. Photo Credits: Matteo Vieille.

IN VIAGGIO «Il posto più pazzo dove abbiamo suonato? Su una barca, o meglio una specie di battello, nel porto di Amburgo. Fu una cosa assurda. Del resto siamo una bad itinerante, siamo sempre in viaggio, con uno spirito all’arrembaggio, molto piratesco. Dai battelli ai furgoni fino ai locali più piccoli e inusuali…»

LA SCENA «Come è nata la partecipazione nel film? Emanuele Scaringi conosceva uno dei nostri musicisti, avevano lavorato assieme. Quando la produzione ha pensato alle musiche ci hanno chiamato. È stato uno scambio di idee, dal cinema al nostro stile musicale. Ci siamo messi al servizio del film, con tre brani nostri più due accompagnamenti musicali. Poi, Giampà, ha fatto ulteriori musiche. E ti dico: quando abbiamo girato la scena, è stato una sorta di parco giochi, ma abbiamo capito cosa vuol dire lavorare nel cinema: un orologio svizzero pieno di ingranaggi. L’idea di metterci dentro come cameo è stata un’idea del regista, fin da subito. Il nostro è stato divertimento puro, ci siamo ritrovati a suonare in scena, come facciamo in tour».

I Veeblefetzer al completo. Photo Credits: Matteo Vieille.

IL CERCHIO «I fumetti? Non siamo grandi lettori, ma Zerocalcare lo conosciamo da sempre, fin dai primi anni, quelli dopo il G8, quelli dei poster per i concerti e per i centri sociali. E, per assurdo, a livello fumettistico, ti dico che sono appassionato di lui da sempre. Quindi, ulteriore gioia aver contribuito al film. Si è chiuso un cerchio».

IL MITO «Il sound? Per noi la miscelanza e l’internazionalità sono i motori della musica che facciamo. Ci piace lo sporco, l’impuro, senza generi definiti. All’inizio può spiazzare, poi le persone, ai concerti, all’interno di questo nostro flusso di pensieri e di musica, restano stupiti. Partiamo da cose intimistiche e inconfessabili, come la musica dub, e poi sul palco ci scateniamo, tra rock, punk, ska. Tiriamo fuori tanta energia. Il nostro idolo? Tom Waits, uno dei più grandi manipolatori della musica. Ma siamo anche vicini all’elettronica e al pop di stampo europeo, una sorta di elettro swing».

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Backstage. Photo Credits: Matteo Vieille.

VIKINGS «Cinema e serie tv sono i classici discorsi ”da furgone”. Soprattutto sulle serie, mentre sul cinema ognuno ha le sue idee. È argomento stabile, controbattiamo dalle più belle alle più brutte alle più assuefacenti. Per esempio, ultimamente abbiamo parlato di Tredici e di The End of the F***ing World. Ah, tornado dalla Mostra di Venezia, il viaggio fino in Germania è stato tutto un parallelismo con Vikings, io che non sono affatto un fan del genere fantasy. Per dire, Game of Thrones l’ho visto tutto, ma in un periodo buio della mia vita… Entri dentro le serie e non puoi fare a meno di vedere la puntata dopo».

LOVE BUZZ «Il futuro? Ci stiamo concentrando sul disco in lavorazione, l’esperienza nel cinema è stata bella e porta arricchimento. La rifaremmo volentieri, perché no, anche scrivendo appositamente per il cinema. Comporre per le immagini è una cosa bella, ogungo di noi ha una sua sensibilità e può creare buona musica per cinema. I prossimi singoli sono quasi pronti, come Katabum, ci stiamo preparando per il tour che ne segue, poi ci sarà il disco della colonna sonora de La Profezia dell’Armadillo, che conterrà anche Love Buzz, il nostro omaggio agli Anni Novanta e ai Nirvana».

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